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Webinar mercoledì 22 dalle 17:30 alle 19:00 – Il monitoraggio civico del PNRR attraverso l’analisi dei singoli interventi

 

Nuovo webinar per presentare i risultati del monitoraggio civico di due progetti PNRR a Bergamo, in collaborazione con l’Università. Gli studenti discutono con le amministrazioni responsabili e la società civile.

 

 

PROGRAMMA:

Saluti e introduzioneLuigi Reggi, Associazione Monithon

I progetti del programma PINQuA a Bergamo, Francesco Valesini, Assessore Urbanistica e Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo

Il laboratorio “Spesa pubblica e monitoraggio civico” –  Giovanna Zanotti e Carmela Barbera, Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bergamo

Presentazione dei risultati del monitoraggio – Studenti del laboratorio “Spesa pubblica e monitoraggio civico”

Discussione dei risultati – tavola rotonda moderata da Fiorella Lavorgna, Il Sole 24 ore:

  • Commissione Europea, Daniele Dotto, Capo Unità Governance e Pubblica Amministrazione, Direzione Generale Sostegno alle Riforme Strutturali
  • Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Mario Nobile, Direttore Generale Sistemi Informativi e Statistici
  • Ministero dell’Economia e delle Finanze, Luca Mattia, Ispettorato generale per l’informatica e l’innovazione tecnologica
  • Presidenza del Consiglio – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, Andrea Chiacchiararelli, coordinatore Team OpenCUP Invitalia
  • Forum Disuguaglianze e Diversità, Sabina De Luca, Gruppo di Coordinamento
  • OpenPolis, Vittorio Alvino, Presidente

Conclusioni Associazione Monithon

 

Il PNRR è – nella retorica e nella pratica – un’occasione da non sprecare per rilanciare gli investimenti nel nostro Paese. Questo significa non solo spendere tutti i fondi senza ritardi, ma soprattutto finanziare opere e progetti di qualità, utili ai territori e rispondenti ai bisogni di cittadini e imprese.

A questo scopo, i cittadini stessi che vivono e conoscono i territori possono contribuire attivamente. Nonostante fino ad ora ci sia stato uno scarso coinvolgimento della società civile nella programmazione delle azioni del PNRR, è ancora possibile partecipare all’attuazione del piano attraverso un “monitoraggio civico” degli interventi messi in campo. Questo monitoraggio consiste non solo nel dare a tutti la possibilità di capire a che punto siamo rispetto agli obiettivi più generali del PNRR, presidiando l’attuazione e pungolando le amministrazioni responsabili, ma sopratutto di attivarsi per raccogliere e analizzare informazioni di dettaglio sui singoli interventi avviati nel proprio quartiere o nella propria città, e maturando quindi un giudizio sulla loro efficacia.

Nel quinto Piano d’Azione Nazionale per il Governo Aperto 2022-2023 – coordinato dal Dipartimento della Funzione Pubblica nell’ambito dell’iniziativa internazionale Open Government Partnership – è stato pubblicato uno specifico “impegno” da parte del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) di integrare il feedback della cittadinanza all’interno dei propri dati sui progetti finanziati (impegno 3.01 – azione 2). L’attuazione di questo impegno coinvolge anche alcune organizzazioni della società civile per disegnare un flusso di dati che dalle comunità possano raggiungere il cruscotto informativo del Ministero e aiutare i responsabili a prendere le decisioni.

Progetto di riqualificazione dell’ex carcere a Bergamo Alta

Monithon ha sperimentato, negli ultimi anni, un metodo di monitoraggio civico dei singoli progetti finanziati dai fondi europei in Italia e in altri paesi europei, pubblicando oltre 1100 report su altrettanti interventi a cura di studenti delle scuole superiori coinvolti nel progetto “A Scuola di OpenCoesione”, di studenti universitari, associazioni locali e giornalisti. Il metodo prevede, tra i vari step, la raccolta e l’analisi di dati e documenti, la visita diretta al progetto, la raccolta di evidenze tramite interviste e questionari, e infine la proposta di collaborazione con le amministrazioni responsabili per condividere idee e suggerimenti.

Da marzo a maggio abbiamo coinvolto gli studenti dell’Università di Bergamo nel monitoraggio civico di due progetti di riqualificazione urbana finanziati dal PNRR attraverso il bando PINQuA del MIMS e attuati dal Comune di Bergamo (Restauro e riconversione funzionale del compendio dell’ex carcere di Sant’Agata in Città Alta e di Riqualificazione di un isolato urbano – Piazzale Visconti), entrambi individuati grazie ai nuovi utilissimi dati pubblicati dal portale OpenCUP e al lavoro dell’amico Andrea Borruso. Gli studenti hanno partecipato al laboratorio “Spesa pubblica e monitoraggio civico” gestito dalla Dott.ssa Carmela Barbera e dalla Prof.ssa Mariafrancesca Sicilia, a cui abbiamo contribuito tenendo lezioni e supportando gli studenti.

È la prima volta che i cittadini effettuano un monitoraggio civico di singoli progetti finanziati dal PNRR e gestiti a livello locale, non limitandosi ad aspettare i dati dal governo ma raccogliendo informazioni sul campo. Ci sembra utile, in questa fase, presentare i risultati di questa sperimentazione e discutere con le amministrazioni responsabili e la società civile, con l’idea di applicare metodo e strumenti anche ad altri interventi in Italia e in Europa.

L’appuntamento è quindi per mercoledì 22 giugno dalle 17:30 alle 19:00.

 

FORM DI REGISTRAZIONE:

Il monitoraggio civico del PNRR attraverso l’analisi dei singoli interventi

 

Nuovo webinar per presentare i risultati del monitoraggio civico di due progetti PNRR a Bergamo, in collaborazione con l’Università. Gli studenti discutono con le amministrazioni responsabili e la società civile.

PROGRAMMA:

Saluti e introduzioneLuigi Reggi, Associazione Monithon

I progetti del programma PINQuA a Bergamo, Francesco Valesini, Assessore Urbanistica e Riqualificazione urbana del Comune di Bergamo

Il laboratorio “Spesa pubblica e monitoraggio civico” –  Giovanna Zanotti e Carmela Barbera, Dipartimento di Scienze Aziendali dell’Università di Bergamo

Presentazione dei risultati del monitoraggio – Studenti del laboratorio “Spesa pubblica e monitoraggio civico”

Discussione dei risultati – tavola rotonda moderata da Fiorella Lavorgna, Il Sole 24 ore:

  • Commissione Europea, Daniele Dotto, Capo Unità Governance e Pubblica Amministrazione, Direzione Generale Sostegno alle Riforme Strutturali
  • Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Mario Nobile, Direttore Generale Sistemi Informativi e Statistici
  • Ministero dell’Economia e delle Finanze, Luca Mattia, Ispettorato generale per l’informatica e l’innovazione tecnologica
  • Presidenza del Consiglio – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, Andrea Chiacchiararelli, coordinatore Team OpenCUP Invitalia
  • Forum Disuguaglianze e Diversità, Sabina De Luca, Gruppo di Coordinamento
  • OpenPolis, Vittorio Alvino, Presidente

Conclusioni Associazione Monithon

 

Il PNRR è – nella retorica e nella pratica – un’occasione da non sprecare per rilanciare gli investimenti nel nostro Paese. Questo significa non solo spendere tutti i fondi senza ritardi, ma soprattutto finanziare opere e progetti di qualità, utili ai territori e rispondenti ai bisogni di cittadini e imprese.

A questo scopo, i cittadini stessi che vivono e conoscono i territori possono contribuire attivamente. Nonostante fino ad ora ci sia stato uno scarso coinvolgimento della società civile nella programmazione delle azioni del PNRR, è ancora possibile partecipare all’attuazione del piano attraverso un “monitoraggio civico” degli interventi messi in campo. Questo monitoraggio consiste non solo nel dare a tutti la possibilità di capire a che punto siamo rispetto agli obiettivi più generali del PNRR, presidiando l’attuazione e pungolando le amministrazioni responsabili, ma sopratutto di attivarsi per raccogliere e analizzare informazioni di dettaglio sui singoli interventi avviati nel proprio quartiere o nella propria città, e maturando quindi un giudizio sulla loro efficacia.

Nel quinto Piano d’Azione Nazionale per il Governo Aperto 2022-2023 – coordinato dal Dipartimento della Funzione Pubblica nell’ambito dell’iniziativa internazionale Open Government Partnership – è stato pubblicato uno specifico “impegno” da parte del Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) di integrare il feedback della cittadinanza all’interno dei propri dati sui progetti finanziati (impegno 3.01 – azione 2). L’attuazione di questo impegno coinvolge anche alcune organizzazioni della società civile per disegnare un flusso di dati che dalle comunità possano raggiungere il cruscotto informativo del Ministero e aiutare i responsabili a prendere le decisioni.

Progetto di riqualificazione dell’ex carcere a Bergamo Alta

Monithon ha sperimentato, negli ultimi anni, un metodo di monitoraggio civico dei singoli progetti finanziati dai fondi europei in Italia e in altri paesi europei, pubblicando oltre 1100 report su altrettanti interventi a cura di studenti delle scuole superiori coinvolti nel progetto “A Scuola di OpenCoesione”, di studenti universitari, associazioni locali e giornalisti. Il metodo prevede, tra i vari step, la raccolta e l’analisi di dati e documenti, la visita diretta al progetto, la raccolta di evidenze tramite interviste e questionari, e infine la proposta di collaborazione con le amministrazioni responsabili per condividere idee e suggerimenti.

Da marzo a maggio abbiamo coinvolto gli studenti dell’Università di Bergamo nel monitoraggio civico di due progetti di riqualificazione urbana finanziati dal PNRR attraverso il bando PINQuA del MIMS e attuati dal Comune di Bergamo (Restauro e riconversione funzionale del compendio dell’ex carcere di Sant’Agata in Città Alta e di Riqualificazione di un isolato urbano – Piazzale Visconti), entrambi individuati grazie ai nuovi utilissimi dati pubblicati dal portale OpenCUP e al lavoro dell’amico Andrea Borruso. Gli studenti hanno partecipato al laboratorio “Spesa pubblica e monitoraggio civico” gestito dalla Dott.ssa Carmela Barbera e dalla Prof.ssa Mariafrancesca Sicilia, a cui abbiamo contribuito tenendo lezioni e supportando gli studenti.

È la prima volta che i cittadini effettuano un monitoraggio civico di singoli progetti finanziati dal PNRR e gestiti a livello locale, non limitandosi ad aspettare i dati dal governo ma raccogliendo informazioni sul campo. Ci sembra utile, in questa fase, presentare i risultati di questa sperimentazione e discutere con le amministrazioni responsabili e la società civile, con l’idea di applicare metodo e strumenti anche ad altri interventi in Italia e in Europa.

L’appuntamento è quindi per mercoledì 22 giugno dalle 17:30 alle 19:00.

 

FORM DI REGISTRAZIONE:

Ecco com’è andata la prima giornata sul monitoraggio civico dei fondi per l’ambiente (spoiler: molto bene!)

Oltre 170 partecipanti, lo scorso venerdì 16 aprile, al primo evento online di formazione organizzato da Lunaria e Monithon su come monitorare i fondi europei per l’ambiente. Abbiamo lanciato Project Finder, lo strumento per trovare i progetti attivi nella tua città. I video di tutte le sessioni e i prossimi appuntamenti.

 

Archiviato con successo il primo evento di formazione sul monitoraggio civico dei progetti, degli interventi e delle opere in campo ambientale finanziati dalla politica di coesione europea, evento organizzato online lo scorso venerdì 16 aprile nell’ambito delle iniziative del progetto di Lunaria e Monithon – con il sostegno della Campagna Sbilanciamoci!, di OpenCoesione, della Città Metropolitana di Torino e dell’Università di Torino – “Una rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile”. Oltre 170 i partecipanti da ogni parte d’Italia: una platea ampia e variegata di studenti medi e universitari, attivisti delle organizzazioni e delle reti della società civile, giornalisti ed esperti, rappresentanti istituzionali a livello locale, regionale e nazionale, cittadini attivi. Tra i partecipanti anche l’Autorità di Gestione del PON Città Metropolitane 2014-20 e i rappresentanti dei Programmi Regionali di Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Lombardia, Sardegna, Sicilia e Toscana, che hanno offerto la loro disponibilità a facilitare i monitoraggi.

Dopo i saluti degli organizzatori – Marinella Belluati, coordinatrice del modulo CoEUr-Communicating Europe dell’Università di Torino, Marcello Mariuzzo, presidente di Lunaria e Luigi Reggi, presidente di Monithon – gli interventi di Anguel Beremliysky, membro del segretariato della Conferenza sul futuro dell’Europa e Francesca De Lucia, esperta di tematiche ambientali, hanno consentito di fornire le coordinate fondamentali sulla Politica di Coesione dell’Unione Europea e in particolare sui fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile da essa finanziati in Italia.

Dopo questo indispensabile inquadramento al tema, la seconda sessione dell’evento di venerdì scorso si è concentrata sul tema del monitoraggio civico, ospitando i contributi e le testimonianze di Luigi Reggi (qui le sue slides), Alba Garavet dell’Europe Direct Torino e Simona De Luca e Gianmarco Guazzo, i quali hanno illustrato le iniziative portate avanti su questo fronte, rispettivamente, da Monithon, dal Laboratorio sulle politiche di coesione europee dell’Università di Torino e dall’iniziativa A Scuola di OpenCoesione.

Infine, la terza e ultima sessione del pomeriggio, a cura di Francesca De Chiara, Chiara Ciociola e Luigi Reggi, ha consentito di trasmettere ai partecipanti i metodi e gli strumenti del monitoraggio civico sviluppati da Monithon. Tra questi, anche la nuova piattaforma online – realizzata in collaborazione con i designer e gli sviluppatori di Sheldon Studio a partire dai dati aperti pubblicati da OpenCoesione, inaugurata proprio venerdì scorso e intitolata Monithon Project Finder – per localizzare i progetti finanziati in campo ambientale dai fondi europei 2014-2020 attraverso una mappa interattiva.

Nella mappa sono rappresentati infatti oltre 7000 progetti finanziati nel nostro Paese per l’efficientamento energetico degli edifici pubblici e delle imprese, la mobilità sostenibile, la prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e dei cambiamenti climatici, la gestione del ciclo dei rifiuti, l’ammodernamento delle reti idriche, il trattamento delle acque reflue, la tutela della biodiversità, la valorizzazione del patrimonio ambientale e naturale, e altri temi legati alla tutela dell’ambiente. Attraverso il Project Finder, l’utente può selezionare i progetti più interessanti filtrando per tema, categoria di progetto, budget, anno di inizio, stato di avanzamento. Per iniziare il monitoraggio civico è sufficiente cliccare sul bottone contenuto nella scheda descrittiva del progetto selezionato e accedere all’area di lavoro di Monithon, dove si è guidati passo dopo passo alla redazione del Report di Monitoraggio Civico.

Il prossimo appuntamento con le iniziative del progetto “Una rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile” è già fissato per venerdì 21 maggio, dalle 14 alle 17 (chi è interessato a iscriversi può farlo liberamente e gratuitamente a questo link). Nel frattempo, Lunaria e Monithon si mettono a disposizione per fornire assistenza e accompagnamento ai gruppi e alle associazioni interessate a intraprendere iniziative di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile nei propri territori.

Chiunque sia interessato a ricevere ulteriori informazioni può scrivere a: retemonitoraggiocivico@gmail.com

 

Un nuovo progetto per il monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente in Italia

Quali sono i progetti in campo ambientale finanziati in Italia dall’Unione Europea? Dove si trovano di preciso, e che tipo di interventi prevedono nel concreto? Chi gestisce queste risorse? Con quali obiettivi? Come monitorare la loro effettiva realizzazione, il loro stato di avanzamento, e valutare il reale impatto sui beneficiari identificati e sui territori interessati?

Sono queste le domande a cui intende rispondere il progetto da poco al via “Una rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile”, realizzato da Lunaria e da Monithon – e co-finanziato dalla Direzione Generale per la Politica regionale e urbana della Commissione Europea a valere sul bando 2020 Sostegno al coinvolgimento dei cittadini nell’attuazione della politica di coesione – con il supporto della Campagna Sbilanciamoci!, del Dipartimento Culture, Politica e Società dell’Università degli Studi di Torino, della Città metropolitana di Torino e Europe Direct Torino e dell’iniziativa OpenCoesione del Dipartimento per la Coesione della Presidenza del Consiglio.

Oltre 6,5 miliardi per progetti in fase di attuazione

Il tema è cruciale, considerando l’importanza e la numerosità dei progetti, delle opere pubbliche e degli interventi – ad oggi oltre seimila, per un valore finanziario pari a oltre 6,5 miliardi di euro (fonte: OpenCoesione) – finanziati dalla Politica di Coesione in Italia: dall’efficientamento energetico degli edifici pubblici e delle imprese agli interventi di prevenzione e mitigazione del rischio idrogeologico e dei cambiamenti climatici, dalla gestione del ciclo dei rifiuti all’ammodernamento delle reti idriche, dal trattamento delle acque reflue alla tutela della biodiversità e alla valorizzazione del patrimonio culturale.

Tuttavia, a fronte della vastità delle risorse messe in campo e dell’importanza strategica in termini di qualità della vita dei cittadini e di sviluppo equo e sostenibile dei territori, le nostre istituzioni – nazionali, regionali, locali – appaiono ancora troppo deboli e incerte nel raccogliere e trasmettere informazioni tempestive su efficacia e impatto dei progetti finanziati, cosa che influisce negativamente anche sulla possibilità di creare le condizioni per un dibattito informato e costruttivo con la cittadinanza e le organizzazioni della società civile. Pertanto, il dialogo con i beneficiari finali sull’attuazione dei progetti in corso risulta spesso solo formale e raramente votato a dinamiche collaborative, tali da contribuire a risolvere le criticità rilevate, migliorare l’attuazione e l’impatto dei progetti, valorizzare adeguatamente i loro risultati.

Due eventi di formazione dedicati agli attivisti ambientali e non solo

In quest’ottica, il progetto di Lunaria e Monithon si propone di offrire formazione e supporto a organizzazioni, reti e gruppi informali della società civile, operatori dei media, studenti e cittadini attivi che vogliano portare avanti sui propri territori iniziative di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e la sostenibilità. Il progetto, che si concluderà a novembre 2021, mira inoltre alla costituzione di una rete nazionale di monitoraggio civico formata da soggetti organizzati della società civile attivi sui temi dell’ambiente e della sostenibilità, della partecipazione e della trasparenza: una rete che possa mettere a sistema e valorizzare l’esperienza, il lavoro e gli obiettivi di questi attori collettivi e che possa rappresentare al contempo un interlocutore riconosciuto e autorevole delle istituzioni e dei policy makers nazionali, regionali e locali che gestiscono la programmazione, l’attuazione e la valutazione della Politica di Coesione, a partire dalle Autorità di Coordinamento nazionali (come il Ministero per il Sud e la Coesione Territoriale, il Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio, l’Agenzia per la Coesione Territoriale) e dalle Autorità di Gestione dei Programmi Operativi nazionali e regionali.

Due gli eventi pubblici in programma in primavera, che si terranno entrambi online.

Ad aprile avrà luogo una giornata di formazione volta a trasmettere conoscenze, metodi e strumenti per realizzare efficaci azioni di monitoraggio civico dei fondi UE per l’ambiente. In questa occasione sarà anche presentata una nuova piattaforma interattiva – appositamente creata da Monithon a partire dai dati aperti pubblicati da OpenCoesione – per scoprire e localizzare puntualmente i progetti finanziati nel proprio territorio, e accedere a tutte le informazioni già disponibili come la dimensione finanziaria, la descrizione, i soggetti coinvolti, i tempi di realizzazione e lo stato di avanzamento. Una volta scelto un progetto, l’utente sarà così guidato e accompagnato nella realizzazione di tutte le fasi del monitoraggio civico grazie a una formazione mirata, alla guida e agli altri strumenti online di Monithon, e al supporto della redazione. Obiettivo della prima giornata è di lanciare una prima sperimentazione di monitoraggi civici ambientali, “innescando” l’iniziativa autonoma dei partecipanti alla formazione.

A maggio è poi in programma una seconda giornata, durante la quale da un lato verranno presentate le iniziative di monitoraggio civico – le loro criticità, i loro punti di forza, i risultati preliminari conseguiti – avviate in via sperimentale in seguito alla prima giornata di formazione di aprile e, dall’altro lato, saranno gettate le basi del percorso di costituzione della rete nazionale di monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente e lo sviluppo sostenibile, grazie all’organizzazione di una tavola rotonda di confronto e discussione allargata tra vari soggetti organizzati della società civile italiana.

Segnalaci il tuo interesse a partecipare!

Il programma delle due giornate online di aprile e maggio sarà reso disponibile nelle prossime settimane: nel frattempo, chiunque sia interessato a parteciparvi o a ricevere ulteriori informazioni sul progetto può scrivere a:  retemonitoraggiocivico@lunaria.org

Qui è possibile scaricare una scheda sintetica che riassume le finalità e le attività del progetto.

Giovani e universitari: i finanziamenti per la Città metropolitana di Reggio Calabria

Il monitoraggio civico dei fondi europei ha una storia interessante con i giovani universitari. Nel 2015, gli studenti dell’iniziativa Europe Lab della LUISS di Roma si sono occupati della riqualificazione del bellissimo spazio del ex-G.I.L. di Roma, ora sede del progetto WeGil, sviluppando un report di monitoraggio civico e una breve pubblicazione. Altri report sono seguiti, su progetti a Roma e Gaeta.

Il Prof. Pietro Rovigatti dell’Università di Chieti e Pescara ogni anno usa Monithon come strumento per mappare i finanziamenti nell’area di Pescara e aggiungere layers interessanti alle analisi territoriali. Dei vari report inviati, quello di quest’anno riguarda una coloratissima pista ciclabile sul lungomare di Ortona, a cura della studentessa Sefora Caraceni.

All’Università di Torino, da alcuni anni è attivo un corso sulle politiche europee dove Alba Garavet presenta il monitoraggio civico come strumento concreto per capire il ruolo dell’Unione Europea nella vita reale. Grazie al supporto dell’Europe Direct della Città Metropolitana di Torino, ogni anno gli studenti realizzano un monitoraggio di un progetto finanziato in città, come ad esempio gli interventi alla Basilica di Superga e al Palazzo Reale o il finanziamento al Centro Italiano per la Fotografia.

Giovedì 10 dicembre dalle ore 12.00 alle 12.45 presenteremo il nostro monitoraggio civico ai giovani calabresi (e di tutta Italia!) al Salone dell’Orientamento, in diretta streaming sul sito della manifestazione, su YouTube e su Facebook.

L’evento è promosso da varie organizzazioni locali tra cui il Comune di Reggio Calabria – Centro di informazione Europea Europe Direct, che ringraziamo per l’invito! Parteciperanno la padrona di casa, Marialucia Malara dell’EDIC Reggio Calabria e Alba Garavet dell’EDIC Città Metropolitana di Torino.

Questa la descrizione dell’evento:

LA FORMULA DEL MONITORAGGIO CIVICO

Quanto valgono, dove sono e quali sono gli obiettivi e i risultati delle iniziative concretamente finanziate dai fondi Europei? È possibile verificare il loro andamento e valutare la loro reale efficacia?

L’associazione Monithon utilizza i dati pubblici sui progetti finanziati dall’Europa per fornire a tutti strumenti e metodi concreti per capire, contestualizzare e monitorare oltre 1,5 milioni di progetti in tutta Italia. Monithon è un esempio di come il “monitoraggio civico” delle politiche pubbliche abbia la potenzialità di aumentare la consapevolezza sulle politiche europee e migliorare la collaborazione tra cittadini e istituzioni.

Nel corso del workshop, vedremo dove si trovano i progetti finanziati a Reggio Calabria e in tutta Italia, e impareremo come raccogliere tutte le informazioni per una verifica sul campo.

In particolare, mostreremo alcuni esempi di progetti a Reggio Calabria finanziati dal PON METRO 2014-2020 (per i quali sono disponibili le coordinate in questa mappa, e che abbiamo collegato alle corrispondenti “schede progetto” di OpenCoesione).

Progetti finanziati dal Programma “Aree metropolitane” a Reggio Calabria

Altri due anni di monitoraggio civico: il report aggiornato sui risultati di Monithon

Dall’ultimo post sui risultati del monitoraggio civico delle politiche pubbliche, la piattaforma monithon.eu si è arricchita di quasi 300 nuovi report di monitoraggio, più del doppio di quanti erano presenti a fine 2016: 300 nuove ricerche incentrate ognuna su un progetto finanziato dalle politiche di coesione in tutta Italia. Questa crescita è un risultato straordinario, che ci rende orgogliosi di contribuire alle sperimentazioni del monitoraggio civico come metodo di uso proattivo degli open data pubblici, di partecipazione civica e accountability delle politiche pubbliche.

Dalla sua creazione, infatti, Monithon si propone come strumento e metodologia di ricerca al servizio di scuole, università, associazioni e comunità locali, in modo quasi sempre volontario e secondo la filosofia dell’hacking civico.  Vedi ancora il nostro post dell’anno scorso per capire come nasce Monithon e chi lo porta avanti.

Quest’anno siamo ancora più orgogliosi perché la qualità dei report pubblicati è in costante miglioramento. Le ricerche sviluppate negli ultimi due anni hanno incluso in quasi il 90% dei casi una visita diretta alle sedi dei progetti – un’infrastruttura o il luogo dove viene erogato un servizio finanziato da fondi pubblici – con la raccolta di dati, video, foto e documenti.  Sempre negli ultimi 2 anni, oltre il 95% dei gruppi di monitoraggio ha effettuato interviste sul campo: il 76% ha intervistato il soggetto pubblico o privato che ha ricevuto i finanziamenti, il 56% ha intervistato i cittadini della loro comunità locale per valutare l’efficacia del progetto secondo la prospettiva dei beneficiari ultimi delle politiche pubbliche. Il 38% è riuscito a intervistare direttamente i responsabili politici (sindaci, assessori comunali o regionali, presidenti di provincia, etc.). Non solo: la capacità di ricostruire la “storia amministrativa” dei finanziamenti erogati e il dettaglio di questa ricostruzione sono aspetti qualitativi che si possono apprezzare andando a leggere i report di monitoraggio a partire dalla mappa o dall’elenco. Quasi sempre sono disponibili video originali che riportano i contenuti delle interviste e i principali risultati delle ricerche – piccole inchieste di data journalism!

Questi risultati sono principalmente il frutto del lavoro incredibile del team del progetto A Scuola di OpenCoesione (ASOC), che utilizza Monithon nella tappa più importante del suo percorso didattico, chiamata “Esplorare“. Da qui si capisce come i ragazzi siano diventati così bravi a leggere, capire e utilizzare i dati pubblici per chiedere conto alle istituzioni degli investimenti effettuati nel loro quartiere o nella loro città. Solamente nell’ultima edizione 2017-2018, sono stati coinvolti circa 5000 studenti, guidati dall’impegno diretto di 300 docenti in tutta Italia.  Quasi l’88% dei report presenti su monithon.eu è il frutto di queste attività di ricerca.
A Scuola di OpenCoesione è in costante crescita anche dal punto di vista della riconoscibilità istituzionale: l’iniziativa OpenCoesione, che finanzia e coordina ASOC presso la Presidenza del Consiglio, negli ultimi anni ha contribuito a far conoscere la pratica del monitoraggio civico presso le amministrazioni regionali, le istituzioni dello Stato e quelle europee.

Non mancano però le sperimentazioni di percorsi simili anche in campo universitario. All’Università di Torino, grazie allo sforzo propulsivo del Centro Europe Direct, ogni anno si effettua un corso specificatamente dedicato alle politiche europee e al monitoraggio civico. I lavori dei team MoniTOcamera (2017) e MoniTOsitadela (2018) parlano da soli, aggiungendosi alle precedenti ricerche già di ottimo livello. A Torino è anche da seguire con attenzione uno spin-off super interessante: Monitorino.

Tra gli impegni più recenti della comunità di Monithon, oltre al supporto alle scuole e alle prime sperimentazioni universitarie – a cui si è recentemente aggiunta l’Università di Pescara con il suo corso di Urbanistica – è fondamentale il contributo alla realizzazione dell’Integrity Pact di Sibari (Calabria), che, grazie ad Action Aid, è entrato nel vivo con le prime scuole di monitoraggio civico rivolte alla cittadinanza locale. E’ un’iniziativa game changer non solo per il Ministero dei Beni Culturali e le comunità territoriali, ma anche per la Commissione Europea, che lo ha recentemente assunto a modello (vedi a pag. 26) per futuri interventi di questo tipo contro la corruzione e a favore della partecipazione civica.

In questo post vi vorremmo trasmettere un po’ dell’entusiasmo, del divertimento e delle scoperte – positive e negative – che hanno accompagnato lo sviluppo dei report di monitoraggio. Si parte, anche in questo caso, dall’analisi dei risultati del monitoraggio civico – quali progetti sono stati analizzati? Quali sono i principali “giudizi” maturati? – per poi passare ai suggerimenti indirizzati ai decisori pubblici.


I finanziamenti pubblici monitorati

Da fine 2016 a maggio 2018 i report di monitoraggio sono passati da 177 a 475: davvero un bel salto! Ciascun report, tranne limitate eccezioni, entra nei dettagli di un progetto scelto inizialmente dal gruppo di monitoraggio a partire dalla lista dei circa 950mila progetti pubblicati su OpenCoesione.gov.it.  Grazie agli open data, possiamo collegare i risultati dei monitoraggi alle caratteristiche fondamentali dei progetti monitorati come la dimensione finanziaria, le fonti di finanziamento, i temi di appartenenza.

Scopriamo così che l’ammontare complessivo delle risorse finanziarie dei progetti monitorati supera i 4,5 miliardi di euro, di cui oltre 3 miliardi monitorati nei soli ultimi 2 anni.  Oltre la metà dei progetti è finanziato dai cosiddetti “fondi europei”: in questo caso si tratta dei fondi gestiti dalle amministrazioni centrali e regionali per ridurre i divari tra le diverse aree del paese (ecco perché sono molti di più al Sud rispetto al Centro-Nord). Cresce però la quota di progetti monitorati che sono finanziati da risorse che lo Stato mette a disposizione con esattamente gli stessi obiettivi (“fondi nazionali”).  In ogni caso, si tratta di finanziamenti che trovano copertura nel bilancio nazionale, in quello europeo o in quelli regionali e locali: insomma i soldi dei contribuenti.

Sempre attraverso i dati aperti di OpenCoesione possiamo classificare i progetti per tema. Inutile dire che le ingenti risorse necessarie per costruire o migliorare le infrastrutture di trasporto si riflettono anche nel campione di progetti monitorati: ai 53 progetti su questo tema corrispondono quasi 3 miliardi di finanziamenti complessivi.  Un esempio: l’aeroporto di Crotone, la cui realizzazione è ancora in corso appena conclusa, che costituirebbe un volano fondamentale per l’economia della zona.

Rispetto al nostro ultimo post, il tema più interessante per gli utenti si conferma quello della cultura e del turismo. Si tratta di 141 progetti per un ammontare di 530 milioni – investimenti fondamentali nel nostro paese e su cui le competenze attivabili grazie al monitoraggio civico possono dare un contributo rilevante. Parliamo davvero di una miriade di interventi diversi: dal restauro della Reggia di Caserta al recupero del Teatro Apollo di Lecce (qui in inglese!), dal Convento dei Cappuccini a Grottaglie (Taranto) al Festival del Peperoncino di Diamante in Calabria.

Tra i temi c’è anche una new entry: il sesto tema più monitorato, ad oggi, riguarda l’inclusione sociale. 38 progetti finanziano, ad esempio, il riutilizzo di beni confiscati alla criminalità organizzata a scopi sociali (es. la realizzazione del Centro Studi sull’Antimafia in Calabria) o lo sviluppo di servizi assistenziali (come la Casa della Salute a Bosa, Sardegna).

Il giudizio dei gruppi di monitoraggio

Il giudizio dei gruppi di monitoraggio sui progetti pubblici visitati è il punto cruciale delle attività. Complessivamente, negli ultimi due anni il giudizio è rimasto sostanzialmente invariato. La maggior parte dei progetti finanziati (64%) conquista un giudizio positivo. Di questi, oltre due terzi sono già conclusi e ritenuti utili, e i rimanenti sono in corso ma fanno ben sperare.

Alcuni investimenti rappresentano una graditissima sorpresa per le comunità di monitoraggio, che hanno l’occasione di scoprirli e conoscerli meglio. Ad esempio, durante gli ultimi monitoraggi degli anni 2017 e 2018, è molto piaciuta la ristrutturazione del centro storico di Barletta, in Puglia. Secondo il team Ricostruendo la Storia, il progetto “ha portato ad un miglioramento della qualità di vita dei residenti del centro Storico ed ad un discreto aumento dei flussi turistici”. Anche l’impianto fotovoltaico di Montefiascone, vicino a Viterbo, ha portato ricadute positive in termini di “risparmio economico e diminuzione dell’inquinamento nell’ambiente circostante”. Un altro esempio: il museo MArTA di Taranto, che grazie ai finanziamenti pubblici “è riuscito a raggiungere nel 2016 il massimo storico di visitatori”.

Anche i ragazzi del team “Cristallo dello Zingaro” di Trapani, monitorando gli interventi per la sicurezza della riserva naturale dello Zingaro, sono rimasti colpiti: “la prima cosa che rapisce lo sguardo del turista è la bellezza senza eguali del paesaggio”. Risulta “evidente la maestria degli abilissimi operai nel cercare di rendere il tutto il più naturale possibile senza dimenticare la funzione primaria dei lavori, ossia salvaguardare chi cammina, ignaro dei pericoli che il territorio può riservare”.

I progetti con problemi sono invece circa un terzo del totale: l’11% è concluso ma appare inefficace, mentre i rimanenti 21% sono ancora in corso e hanno difficoltà a procedere.  Sul 3% dei progetti appena iniziati il giudizio è sospeso. Parliamo tra poco, più in dettaglio, delle difficoltà riscontrate.

E’ interessante ora andare a vedere se il giudizio cambia a seconda della localizzazione geografica. In questo post ci concentriamo sulle 4 regioni dove è maggiore il numero dei report di monitoraggio civico. Queste sono le principali regioni del Mezzogiorno in termini di finanziamenti totali ricevuti dalla politica di coesione europea e nazionale.  La Puglia è la regione con il maggior numero di giudizi positivi (68%, di poco superiore alla media nazionale), colorati in verde nell’infografica. La Calabria, all’opposto, presenta maggiori difficoltà: poco più della metà dei progetti sono giudicati negativamente. Colpisce in particolare il dato sui progetti conclusi, su cui si fa più fatica a rimediare. Non si tratta però di un giudizio inappellabile: secondo gli estensori dei report, come vedremo dopo parlando dei suggerimenti, agendo su alcune “condizioni al contorno” anche questi progetti possono riguadagnare in efficacia.

Cosa determina il giudizio negativo?  Anche gli ultimi 300 report inclusi in queste elaborazioni confermano tutto sommato le stesse problematiche. A parte i progetti nemmeno avviati per problemi legati, ad esempio, all’accesso a finanziamenti, autorizzazioni o concessioni, una buona parte degli interventi pubblici (10,9%) si incaglia durante il percorso per problemi di natura amministrativa.

Il principale problema rilevato, però, si conferma essere il generale ritardo nella realizzazione dei progetti rispetto a quanto pianificato (su OpenCoesione, ad esempio, si possono trovare dati sulle tempistiche previste). Si tratta dell’18,1% del totale dei progetti monitorati.  Ad esempio, la costruzione di un centro per le biotecnologie, che dovrebbe essere rapido ad inseguire la frontiera della ricerca scientifica, al tempo della visita di monitoraggio scontava 7 anni di ritardo.  In alcuni casi, il finanziamento riguarda uno specifico intervento che, però, non può essere scisso dal contesto in cui si realizza. Così in provincia di Milano la riqualificazione delle zone umide sul fiume Olona è in ritardo di 2 anni “perché la riqualificazione del parco è legata ad altri progetti riguardante il fiume che hanno avuto delle complicazioni burocratiche”.

Non mancano i progetti per cui è difficile districarsi tra finanziamenti diversi, amministrazioni che rispondono solo parzialmente o che non danno diretto accesso alle opere. In alcuni casi, l’impegno degli studenti non è sufficiente per capire: i soldi sono stati spesi? Per fare cosa? Perché ancora “mancano i finanziamenti” a fronte di dati pubblici che dicono che molti ne sono stati già spesi e rendicontati alla Commissione Europea? Qui di seguito i dubbi dei ragazzi nel loro “TG” sul recupero del borgo antico di Senerchia, in Campania.

Ancora più interessante è soffermarsi sulle ultime fasi del monitoraggio degli interventi pubblici: il risultato e l’impatto.  E’ in questa fase dove il giudizio dei cittadini rappresenta un’informazione preziosa per le amministrazioni, che purtroppo, con l’eccezione dei progetti più rilevanti, non hanno la capacità di verificare puntualmente l’utilità e l’efficacia di ogni singolo progetto finanziato. Ricordiamo che, solo considerando gli investimenti della politica di coesione dal 2007 al 2015, i progetti finanziati sono quasi 1 milione! I gruppi di monitoraggio civico, però, vengono in aiuto applicando i principi del cosiddetto crowdsourcing, cioè la capacità delle “masse” di cittadini di raccogliere dati puntuali andando a suddividere un lavoro di valutazione di per sé immenso in piccoli compiti affidati a ciascuno (in questo caso, un progetto per gruppo), così come avviene per la redazione collettiva di Wikipedia.

Nel nostro caso, l’analisi dei dati qualitativi raccolti mostra che solo il 3,6% dei progetti esaminati ha un risultato non soddisfacente. E’ un dato in linea con quanto già rilevato nell’ultimo report, ed è relativamente basso. Si tratta dei casi in cui il finanziamento non ha portato una realizzazione adeguata: così sembra, ad esempio, nel caso dell’impianto di depurazione nel comune di Paola (Cosenza), per cui “permangono problemi di smaltimento di fanghi e di gestione dell’impianto stesso”.  Così capita anche ad un finanziamento per lo sviluppo di una piattaforma per il social computing dell’Università Milano Bicocca che, per mancanza di altri finanziamenti su cui si faceva conto, non ha potuto realizzare che un prototipo ormai nemmeno più visionabile perché realizzato con tecnologie obsolete. Più grave il caso del Polo Oncologico dell’ospedale Papardo di Messina, purtroppo noto alle cronache, che semplicemente “non esiste”.

Molto più diffusi (10%) sono i casi di progetti realizzato con buoni risultati, ma valutati non efficaci se inseriti nel contesto più ampio in cui sono resi disponibili. Anche se di per sè il progetto ha speso correttamente i fondi assegnati, l’efficacia per i beneficiari finali rimane un parametro fondamentale su cui valutare la buona riuscita delle politiche pubbliche. E’ il caso del Museo Multimediale della Montagna in Sicilia, è rimasto aperto una sola volta “a causa degli elevati costi di gestione e della mancanza di personale”. Tre casi molto simili riguardano altrettanti piani di protezione civile dei Comuni di Marcianise, Palomonte e Casalnuovo di Napoli, che hanno ricevuto finanziamenti per il loro sviluppo ma che non hanno investito nella comunicazione alla popolazione, che, a seguito delle interviste realizzate, non ne conosce nemmeno l’esistenza.  Un altro esempio: la riqualificazione di piazza Savignano ad Aversa (Napoli) è perfettamente riuscita, ma, secondo il gruppo di monitoraggio, il progetto “non è riuscito a ottenere quell’inclusione sociale che era invece il vero nodo dell’intervento”.

Qui c’è il video dei bravissimi ragazzi del team FreeDam che ha monitorato la Diga sul Lordo, in Calabria, con le interviste alla cittadinanza e la conferenza stampa con il sindaco, il vescovo e il presidente di un osservatorio ambientale.

Un particolare sottoinsieme di questi ultimi interventi sono quelli giudicati ben realizzati ma inutili in mancanza di interventi complementari, che potrebbero invece rendere effettivo tutto il loro potenziale.  La struttura per malati terminali a Oristano è completa ma “non ha ancora gli allacci elettrici e dell’acqua” e “deve ricevere l’accreditamento da parte della ASSL”, perciò inutilizzabile, “una cattedrale nel deserto”.  Ancora più evidente il caso del Fortino Sud di Reggio Calabria, la cui riqualificazione ha lasciato i ragazzi “a bocca aperta”. “La struttura è accogliente e curata nei minimi particolari. Il Forte ci appare all’improvviso, dopo l’ultima curva, in tutta la sua ritrovata maestosità e linearità militare”. Peccato che sia impossibile per il pubblico raggiungere il fortino, perché la strada non è percorribile e manca la cartellonistica.


Gli ultimi suggerimenti dei gruppi di monitoraggio

Tra il 2017 e il 2018 la qualità e la varietà delle proposte è sempre maggiore – una vera miniera di buone idee per i decisori locali!
A livello aggregato, le tipologie di suggerimenti seguono un trend che si rafforza di anno in anno.

Una parte dei progetti monitorati (12%) è così utile che il principale suggerimento è di andare avanti e sviluppare ancora di più gli interventi per un impatto sempre maggiore. Grazie al finanziamento pubblico, una parte delle strutture del parco naturalistico “Oasi la Valle” sul lago Trasimeno sono state recuperate: altri edifici del parco però potrebbero essere riadattati per “fungere da laboratori per la formazione dei ragazzi, anche disabili, volta a saper gestire, per esempio, un piccolo orto botanico”. Un altro esempio. Una volta recuperato il Complesso SS. Trinità a Torre del Greco (Napoli) grazie a oltre 4 milioni di finanziamento, si potrebbe realizzare anche “un percorso espositivo virtuale, che ripercorre la storia del territorio i suoi luoghi dell’anima creando un’app apposita che invoglia il visitatore a recarsi sui luoghi reali”. O ancora: dopo aver investito 1,3 milioni per sistemare lo stadio di Barletta, perché non “aumentare il numero delle persone che vogliono avvicinarsi allo sport, anche grazie ai tanti eventi organizzati dalle diverse associazioni sportive che utilizzano abitualmente il campo”?

In altri casi (7%) i gruppi di monitoraggio lamentano problemi di “governance”. Succede quando le amministrazioni “non si parlano tra loro”, e ai problemi burocratici si sommano confilitti politici o mancanza di coordinamento. E’ capitato, putroppo, nel caso del rafforzamento della linea ferroviaria Messina-Palermo e Messina-Siracusa, che vale 28 milioni di finanziamento. Secondo il gruppo di monitoraggio, i lavori sono fermi al 10% della realizzazione complessiva data l’assenza di “chiari gli obiettivi sul piano politico istituzionale”, mentre appare “imprescindibile la creazione di una rete in modo da raccordare le azioni di tutti i soggetti coinvolti”.  In altri casi i suggerimenti sono verso la creazione di una governance collaborativa che si apra alla partecipazione attiva della cittadinanza, delle scuole, delle comunità locali. Ad esempio, gli studenti del gruppo “Dream Energy” di Casal di Principe (Caserta) si propongono di elaborare e realizzare “progetti nell’interesse della collettività, con la partecipazione attiva dei cittadini” per valorizzare l’utilissimo Centro di Educazione e Documentazione Ambientale “Pio La Torre”, un baluardo della legalità. Questo grazie al “contatto continuo tra scuole e Istituzioni”.

Rispetto agli anni precedenti, nell’ultimo biennio si confermano numerosi (14%) i suggerimenti per migliorare la comunicazione su quanto di buono fanno gli investimenti pubblici – compresi i fondi europei – per i territori. E’ così per interventi, grandi o piccoli, monitorati negli ultimi due anni. Anche solo la realizzazione di un parcheggio multipiano a Somma Vesuviana (Napoli) può far qualcosa per venire incontro alle esigenze di migliore mobilità, ma occorre “pubblicizzare di più il progetto e incentivare più persone al suo utilizzo”. Per quanto riguarda di Centri Comunali per la Raccolta differenziata a Martina Franca (Taranto), il “team di monitoraggio civico intende fattivamente contribuire all’attuazione del piano di comunicazione previsto per sensibilizzare e comunicare le modalità e l’importanza del nuovo servizio proponendosi per realizzare video divulgativi, partecipare a giornate ecologiche in piazza, movimentare attività ludico-didattiche per i più piccoli, implementare un bot Telegram sui servizi di raccolta differenziata”.

Infine, la maggior parte dei suggerimenti si concentra su indicazioni puntuali riguardanti il singolo progetto: come sbloccare una situazione problematica o come migliorare un aspetto chiave in termini di effiacia. Decine di rapporti di monitoraggio civico hanno suggerimenti puntuali a disposizione delle amministrazioni locali e le imprese che realizzano gli interventi pubblici. Ad esempio, sul progetto per la riqualificazione del Seveso a Sesto San Giovanni (Milano), gli studenti sono convinti che “una soluzione al problema dell’esondazione del Seveso è la realizzazione di una vasca a laminazione però prima che l’acqua entri in una di queste dovrà essere filtrata”. L’ottima ricerca del team Corsari Assetati offre non pochi suggerimenti su come utilizzare le acque reflue prodotte dall’impianto di depurazione Acqua dei Corsari a Palermo: “usi irrigui, lavaggio strade, raffreddamento macchinari, spegnimento incendi, ma anche, semplicemente, per una pulizia periodica delle fognature, onde evitare allagamenti delle strade”.  Di questo tipo di suggerimenti se ne è discusso anche il 22 maggio ad un workshop di ForumPA.


Le potenzialità del monitoraggio civico: una valutazione di efficacia dal punto di vista degli utenti

Ma forse la potenzialità più interessante del monitoraggio civico è la capacità di collocare il finanziamento ad un intervento specifico nel contesto più ampio dell’area in cui viene realizzato. E’ possibile così fornire indicazioni precise verso una piena efficacia dell’uso dei fondi pubblici, che comprende non solo gli aspetti di realizzazione di quanto pianificato nei tempi previsti e nel rispetto dei vincoli amministrativi e finanziari, ma anche l’effettiva utilità del progetto per il suo territorio di riferimento.

E’ molto interessante vedere come molti report di monitoraggio, soprattutto negli ultimi due anni, abbiano dato molta importanza alle “condizioni al contorno” che rendono i finanziamenti davvero rispondenti ai bisogni dei cittadini e delle imprese.

E’ così nel caso del Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, “uno dei più importanti siti archeologici del mondo”, che necessita dell’impegno delle istituzioni nazionali, regionali e locali per una sua definitiva valorizzazione, aiutando ad esempio a “migliorare la percorribilità delle strade di collegamento, offrire la disponibilità di mezzi di trasporto più efficaci e di strutture ricettive alberghiere e para alberghiere più accoglienti”.   Anche i finanziamenti all’aviosuperficie di Scalea (Cosenza) sono poco efficaci se non sono “migliorati i servizi pubblici della Regione e le infrastrutture alberghiere per gestire al meglio l’ accoglienza dei turisti durante la stagione estiva”.
Lo stesso vale anche per progetti ben più circoscritti, come l’ampliamento della zona ZTL ad Aversa (Caserta), inutile senza la “presenza di vigili urbani nei pressi dei punti di varco e il funzionamento costante delle telecamere” o di “un sistema di geo localizzazione delle biciclette, per prevenirne il furto”.

Insomma, le potenzialità del monitoraggio civico delle politiche pubbliche iniziano ad essere evidenti. Partite come un gioco nel 2013, strutturate come metodo nel 2014 e innestate, negli anni successivi, in veri e propri “corsi per cittadini di domani” nelle scuole, nelle università e tra le comunità civiche, le sperimentazioni si sono fatte via via più numerose e utili. I progetti monitorati, ancora lontani da rappresentare un qualsivoglia campione statisticamente significativo, sono stati oggetto di ricerche approfondite, che hanno portato a generare nuovi dati e informazioni e, in molti casi, anche “buone idee“.  Alle amministrazioni il compito di saperne trarre il meglio!

Luci e ombre dell’uso dei fondi pubblici: i risultati del monitoraggio civico di Monithon

Sono passati quattro anni da quando il team del portale nazionale open data OpenCoesione, partecipando al primo raduno di Spaghetti Open Data, ha proposto di trasformare un hack-athon in un moni-thon, cioè una maratona di “monitoraggio civico” dei finanziamenti pubblici.

L’idea era e resta semplice: scegliere su OpenCoesione un progetto finanziato, organizzarsi in gruppi e andare di persona a verificare come i soldi vengono spesi.

In questo post parliamo dei risultati dell’iniziativa Monithon a quattro anni dai primi esperimenti: Quali progetti sono stati monitorati? Come? Quali sono i giudizi degli utenti sui progetti pubblici? Quali sono i problemi rilevati e come è possibile risolverli?

In un secondo post vedremo invece quale impatto hanno avuto i monitoraggi, in termini di creazione di nuove relazioni a livello locale e miglioramento delle decisioni pubbliche.


Quattro anni di monitoraggio civico

Il 19 Gennaio 2013 ci siamo divertiti a organizzare la prima visita di monitoraggio civico a Bologna. Era un gruppetto di giornalisti, amministratori pubblici e cittadini curiosi. Subito ci incuriosì il “Bar Giuseppe”, in pieno centro, che aveva ricevuto un finanziamento pubblico per ristrutturare il locale. Il bar era chiuso! Ma ci siamo tornati l’anno successivo. Siamo andati allora a fare foto e citofonare alle scuole bolognesi che avevano ricevuto fondi dalla Provincia per finanziare dei lavori, mettendo tutto insieme in un Google Doc.

Il primo gruppo di monitoraggio civico a Bologna (gennaio 2013)

Da subito però ci è apparso chiaro che una sola giornata non era sufficiente per un vero e proprio “monitoraggio”. Bisognava prendere gli appuntamenti per le interviste, analizzare preventivamente i dati per trovare l’indirizzo esatto dei progetti da andare a visitare, raccogliere tutte le informazioni in un unico luogo… un vero e proprio lavoro di ricerca che richiede settimane o mesi, oltre che strumenti adeguati. Insomma quello che chiamiamo Slow Hacking.

La svolta è avvenuta all’Open Data Day di Bari e al successivo Festival del Giornalismo di Perugia del 2014. In uno degli hackathon della manifestazione fu creato monithon.eu, che allora era un sito con una grande mappa che localizzava i progetti più interessanti da monitorare. Lo sviluppo si basava su un adattamento del progetto open source Ushahidi, usato per monitorare le elezioni a Nairobi. Del gruppo fecero parte data journalists, analisti e attivisti appassionati di open data.

Senza un euro di budget, un po’ per gioco, un po’ per passione civica e un po’ per il piacere di condividere questa passione con una comunità aperta e curiosa, Monithon si è evoluto in una metodologia e una piattaforma per la condivisione dei risultati dei monitoraggi. I “Report di Monitoraggio Civico” consentono infatti di raccogliere informazioni comparabili tra gruppi di monitoraggio diversi. Mentre questi gruppi, grazie alle campagne lanciate durante l’Open Data Day del 2014 e la “Primavera di Monitoraggio Civico” del 2015, si diffondevano in quasi tutte le regioni d’Italia, una redazione nazionale si occupava di sviluppare gli strumenti comuni, supportare le attività sul campo e validare i report in vista della pubblicazione.

Il team di Monithon all’EU Hackathon 2015 a Bruxelles

I primi risultati concreti sono stati celebrati nientemeno che all’Assemblea Generale dell’ONU in occasione degli Awards dell’Open Government Partnership 2014, dove, in presenza di Barack Obama, la partnership OpenCoesione-Monithon si piazzò al quarto posto nel mondo rappresentando l’Italia. I giudici furono colpiti dalla capacità di una iniziativa governativa per gli open data di coinvolgere attivamente così tante persone.

Monithon ha continuato a crescere negli anni successivi grazie alle scuole del progetto A Scuola di OpenCoesione, ma anche grazie al coinvolgimento delle università, comunità locali e associazioni nazionali, come uno strumento comune e aperto a tutti, e come presidio metodologico per pianificare e strutturare la curiosità civica.


Chi fa monitoraggio civico?

Gli autori dei report sono in gran parte, e sempre più numerosi!, i team delle scuole superiori che partecipano al progetto A Scuola di OpenCoesione (ASOC), una delle iniziative di OpenCoesione. I ragazzi — motivatissimi —  hanno gioiosamente “preso il controllo” della piattaforma Monithon con decine di nuovi report ogni anno, e con una qualità che nel tempo è migliorata in modo stupefacente!
Contiamo molto anche sul futuro contributo degli studenti universitari. In questo post parliamo delle avventure del gruppo degli studenti torinesi MoniTOreali.

Nel periodo 2013-inizio 2014, durante le fasi di definizione della metodologia, i report sono stati in gran parte prototipi realizzati dal team di Monithon o da singoli cittadini, a volte componenti di quel gruppo iniziale che sperimentavano gli strumenti nelle proprie città.

Il picco dell’utilizzo di Monithon da parte delle comunità locali si è verificato nella primavera del 2014 in occasione dell’Open Data Day, quando 12 città in tutta Italia hanno fatto una “Maratona di monitoraggio” contemporaneamente, in collegamento video con Roma. Alcune di queste comunità sono rimaste attive nel tempo e hanno continuato a fare pressione perché i problemi rilevati fossero risolti. E’ il caso dell’associazione Monithon Calabria o della comunità informale Monithon Piemonte, nate appositamente allo scopo di promuovere i dati aperti e il monitoraggio civico dei fondi europei.

Nel corso degli ultimi due anni si sono rafforzate le partnership con associazioni nazionali di rilievo. Ad esempio, Action Aid Italia ha partecipato con Monithon a numerose iniziative di monitoraggio civico in Puglia, Marche ed Emilia-Romagna, culminate con la partecipazione congiunta al bando della Commissione Europea Integrity Pacts, un grosso lavoro, appena iniziato, su cui abbiamo grandissime aspettative! La rete di Libera e il Gruppo Abele sono un altro esempio di collaborazione che dura da quasi 3 anni, grazie a cui Monithon ha potuto sviluppare una metodologia per il monitoraggio civico dei beni confiscati alle mafie, e dei relativi finanziamenti pubblici, utilizzata anche per lo start-up di un altro progetto nato dal basso, Confiscati Bene.


Cosa viene monitorato?

Sono 177 i Report di Monitoraggio Civico presenti su monithon.eu. Ciascuno di essi riguarda un progetto finanziato da fondi pubblici, e quasi tutti i progetti (94%) sono stati selezionati a partire dal portale OpenCoesione.gov.it. Guardando al numero dei progetti, 177 progetti analizzati sembrano poca cosa rispetto ai 930mila presenti oggi su OpenCoesione. In realtà, i progetti scelti sono spesso rilevanti dal punto di vista finanziario, ed è per questo che l’ammontare dei finanziamenti complessivi dei progetti monitorati supera quota 1,26 miliardi. Si tratta in prevalenza di risorse provenienti dai Fondi Strutturali Europei e relativo co-finanziamento nazionale (cioè il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e, in misura minore, il Fondo Sociale Europeo).

La maggior parte dei Report di Monitoraggio ha messo sotto la lente i progetti per la cura del patrimonio artistico e culturale italiano, spesso molto interessanti per gli stessi cittadini, come la ristrutturazione di musei, teatri, castelli o siti archeologici come la Casa della Venere in Conchiglia a Pompei.

In termini di risorse pubbliche, però, sono le infrastrutture di trasporto a detenere il primato con 714 milioni di euro di finanziamenti monitorati, pari a più della metà del totale. Si tratta di progetti costosi e complessi, sui quali gli utenti hanno spesso molto da dire in termini di reale impatto. Il post di monithon.eu (di gran lunga) più letto riguarda proprio i 152 milioni di euro stanziati per l’anello ferroviario di Palermo, su cui un gruppo di cittadini, molti dei quali attivi nella comunità Open Data Sicilia, ha effettuato una vera e propria inchiesta che ne ricostruisce la storia.

Non mancano i progetti di altro tipo. Il tema ambientale è molto sentito, 21 rapporti di monitoraggio se ne occupano. Si tratta di interventi per fronteggiare il rischio di dissesto idrogeologico (anche a Milano!), impianti di compostaggio (es. a Salerno), depuratori (a Benevento, Catanzaro, etc.), reti di rilevamento della qualità dell’aria, reti fognarie (vedi Palermo).

Interessante per i gruppi di monitoraggio anche esaminare gli interventi pubblici per la riqualificazione della propria città o del proprio quartiere. In tema di politiche urbane, ad esempio, una ricerca molto approfondita di Marzo 2015 ha riguardato le Mura di Pisa nel contesto dello sviluppo territoriale locale.

I 9 progetti di ricerca che sono stati monitorati sono piuttosto rilevanti dal punto di vista finanziario. Spaziano dalla ricerca medica e biotecnologica alla costruzione di prototipi in campo energetico o dell’Information Technology.


Chi viene monitorato?

OpenCoesione li chiama, nel gergo dei Fondi Europei, “soggetti attuatori”. Si tratta di Pubbliche Amministrazioni, enti e aziende pubbliche, semi-pubbliche o private che hanno la responsabilità formale di portare a termine i progetti finanziati con risorse pubbliche.

I monitoraggi hanno privilegiato la dimensione locale. Sono pochi i progetti direttamente gestiti da Ministeri (9%), Regioni (11%) o Province (7%), mentre il 43% sono attuati dai Comuni, un livello evidentemente vicino agli interessi dei gruppi di monitoraggio civico.

Il 22% dei Report ha fatto i conti con il mondo frammentato e complesso della governance locale, intervistando società pubbliche, enti in-house, municipalizzate, aziende ospedaliere. Altri soggetti pubblici locali monitorati sono gli enti parco, comunità montane, soprintendenze, istituti scolastici.

Solo l’8% ha considerato finanziamenti erogati direttamente ad aziende private. In molti casi non si tratta di incentivi pubblici per le imprese ma aziende private che realizzano interventi pubblici, come la costruzione di infrastrutture ferroviarie.


Dove sono i progetti monitorati?

Chi vive in una qualunque città medio-grande del Sud, e ci fa caso, avrà notato negli angoli più insospettabili — nella metro, davanti a una chiesa, in un parco pubblico — un cartello con la bandiera dell’UE che indica che la presenza di un finanziamento europeo. Questo perché la maggior parte dei Fondi Europei e nazionali per la coesione territoriale, cioè per la riduzione dei divari tra le regioni italiane, è concentrata nel Mezzogiorno.

Non è un caso, quindi, che la maggior parte dei finanziamenti monitorati si trovi proprio al Sud, e in particolare nelle province di Palermo, Napoli e Bari, dove i progetti considerati valgono oltre 100 milioni di euro. Tra le eccezioni più rilevanti: Firenze, Milano e Torino. Le province di Sassari, Ragusa, Lecce, Cagliari, Nuoro e Monza seguono con più di 20 milioni di euro monitorati.


Quali sono le fonti del monitoraggio civico?

Come hanno fatto i gruppi di monitoraggio a raccogliere le informazioni? Quasi tutti hanno fatto ricerche di tipo desk, cioè utilizzando il web per trovare informazioni e notizie, a partire dai dati aperti di OpenCoesione. Una categoria particolare sono le fonti “amministrative”, cioè documenti pubblici che spesso aiutano a ricostruire la storia del progetto per rispondere a domande del tipo: Perché il progetto è stato finanziato? Quali sono i suoi obiettivi? Chi è implicato nelle decisioni che hanno portato al suo finanziamento?

L’88% dei gruppi ha fatto una visita al progetto, andando fisicamente a verificare lo stato di avanzamento dei lavori o i risultati prodotti, con tanto di video e foto. In alcuni casi la visita non è stata fatta perché il progetto semplicemente… non c’era. Per esempio, non era ancora avviato ed era quindi rimasto “sulla carta”. Questo non deve essere per forza letto negativamente, infatti i progetti vengono tracciati su OpenCoesione già nel momento in cui inizia il finanziamento e ancora i lavori non sono partiti, ma poi, si spera, partiranno.

Tra i soggetti intervistati troviamo i soggetti responsabili dell’intervento come ad esempio amministratori pubblici (74%), i beneficiari finali, ad esempio gli utenti di una infrastruttura o di un servizio (51%) e i referenti politici, assessori comunali, sindaci o presidenti di Provincia (28%).


I risultati del monitoraggio civico: il giudizio degli utenti

Veniamo dunque ai veri e propri risultati dei monitoraggi. Innanzitutto, non è mai facile descrivere il risultato di un progetto complesso: di certo nulla è mai perfetto e nemmeno tutto da buttare. Le aree “grigie” sono spesso prevalenti e i giudizi qualitativi degli utenti di Monithon riflettono quasi sempre la difficoltà ad essere netti. Inoltre, è la stessa metodologia di Monithon che induce gli utenti a dare importanza alle sfaccettature, evidenziando sia i punti di forza che quelli di debolezza di quel che stanno analizzando. Per avere un’idea, basta andarsi a leggere i singoli report su monithon.eu.
Nel 2014 però, durante una presentazione al Center for Civic Media dell’MIT di Boston, ci chiesero: “Come pensate di rappresentare in modo aggregato i vostri risultati se avete solo particolareggiate descrizioni qualitative?”. Good point. Introducemmo quindi, nel 2014, il “giudizio sintetico”, un modo per costringere il gruppo di monitoraggio a scegliere tra alcune possibili risposte sintetiche.

In definitiva, i tanto bistrattati Fondi Europei non ci fanno una cattiva figura. Il 67% dei progetti è giudicato — con tutti i caveat del caso — positivamente. In particolare, il 44% risulta concluso durante la visita di monitoraggio ed è giudicato utile. Il 23% ancora in corso ma senza particolari intoppi.

Tra i progetti in difficoltà, il 24% è in corso e ha problemi nella sua realizzazione (ad esempio, è bloccato), mentre solo il 6% è concluso e giudicato inefficace. Solo il 3% non poteva essere giudicato perché appena iniziato.

E’ interessante anche andare a vedere le differenze di giudizio a seconda dei temi dei progetti considerati. Tra i sei temi più rilevanti in termini di finanziamenti monitorati, quelli che mostrano il giudizio complessivamente più positivo (considerando sia i progetti “conclusi e utili” e quelli che “procedono bene”) sono la ricerca, i trasporti e le politiche urbane.

I temi con giudizio più “negativo” sono invece ambiente, cultura e turismo e istruzione. E’ però nell’ambito dei progetti per le città che si concentra la maggior parte dei progetti “conclusi e inefficaci” (10%).


I problemi rilevati

Passando ai punti dolenti sollevati dai monitoraggi, possiamo idealmente collocare i progetti in una sequenza temporale che parte dall’avvio e dalla gestione finanziaria per passare poi alla realizzazione (i veri e propri lavori), poi al risultato (cioè se quello che è stato promesso effettivamente è stato fatto), e infine all’impatto (cioè se quello che è stato realizzato è poi effettivamente utile dal punto di vista dei beneficiari finali).

Il 5% dei progetti risulta bloccato all’avvio e quindi mai partito, ad esempio a causa di ritardi nella concessione di autorizzazioni, oppure per contenziosi o indagini giudiziarie. Ad esempio, il Comune di Matera ha ricevuto un finanziamento di 2,2 milioni per un Museo mai realizzato, almeno fino ad Aprile 2015, data in cui è avvenuto il monitoraggio.

Problemi di natura amministrativa affliggono il 12% dei progetti monitorati, come ad esempio la mancanza di trasferimenti di risorse finanziarie, risorse decurtate o il blocco di procedure burocratiche. Ad esempio, due grossi progetti di ricerca sono in difficoltà per problemi di effettivo accesso finanziamenti: un centro di ricerca biotecnologico a Palermo (22 milioni di euro, monitorato ad Aprile 2016) e un progetto per la realizzazione di un minibus ecologico a Catania (450mila euro, Aprile 2015).

Quasi un quinto dei progetti ha avuto problemi in fase di realizzazione che hanno portato ritardi più o meno grandi. Le cause sono molteplici: problemi di natura tecnica, mancanza di copertura finanziaria e ritardo nell’erogazione dei finanziamenti, indagini giudiziarie in corso, etc. E’ il caso, ad esempio, di questa casa di riposo per anziani a Monte Sant’Angelo (Foggia), dove i lavori sono stati solo parzialmente eseguiti e, al momento della visita di monitoraggio ad Aprile 2015, era in corso un contenzioso tra il Comune e l’azienda appaltatrice. Caso più grave quello del restauro alla Chiesa di Galatone (Lecce), in corso da più di 20 anni e non ancora ultimato nonostante l’arrivo dei finanziamenti europei (monitoraggio di Maggio 2016). E’ andata meglio alla pista ciclabile “Su Siccu” di Cagliari, che dopo 11 anni è stata finalmente completata.

Solo una piccola parte dei progetti (3%), invece, ha completato l’opera ma il risultato non era così come previsto. Più sottile invece la differenza tra risultato e reale efficacia del progetto. L’impatto del progetto, infatti, può essere negativo anche se il risultato è pienamente conforme a quanto promesso sulla carta, cosa che accade nel 6% dei progetti esaminati.

Innanzitutto, il progetto potrebbe non rispondere ai bisogni degli utenti: nella primavera dell’anno scorso, il Liceo “Galante” di Campobasso ha chiesto ai cittadini cosa ne pensassero del nuovo servizio di incontro tra domanda e offerta di lavoro del Centro per l’Impiego. Risposta: servizio bocciato.

Il centro di aggregazione giovanile di Locri (RC)

Oppure, il progetto può essere completato ma non pienamente operativo. Nonostante la ristrutturazione di un centro per l’accoglienza degli immigrati a Bovalino (Reggio Calabria) sia stata completata con successo, il complesso rischia di essere abbandonato per “l’assenza di arredamento e personale per la gestione”. Così era stato verificato nell’Aprile 2016. Sorte simile per il centro di aggregazione giovanile “Cura ut Valeas” di Locri, creato in un bene confiscato alla mafia appositamente ristrutturato. Per renderlo operativo, però, occorre che una associazione si faccia carico della sua gestione, e per ora, purtroppo, il bando del Comune è andato deserto e ancora oggi non sembrano esserci buone notizie.

Inquietante anche il caso delle Antiche Terme di Castellammare di Stabia, restaurate grazie ad un finanziamento di 12 milioni di euro ma che, al momento del monitoraggio a Maggio 2016, erano ancora chiuse e, “a distanza di 4 anni, versano in uno stato di abbandono e profondo degrado”, dal momento che “l’opera finanziata con fondi europei non è mai stata collaudata, complice anche la crisi della società di gestione Terme di Stabia S.p.a., fallita nel 2015”.
Infine, una infrastruttura può essere perfettamente realizzata ma mancano le autorizzazioni per farla funzionare. Così è successo alla pista per l’elisoccorso di Agira (Enna), visitata a Marzo 2016, dove si aspetta solo il timbro finale dell’ENAC per farla funzionare.

Un altro caso emblematico è il problema dell’assenza di interventi complementari, magari finanziati da altre tipologie di fondi pubblici (nazionali o locali), in assenza dei quali anche il progetto esaminato non può avere il dovuto impatto.
E’ il caso del recupero del Borgo Antico di Cerignola (Foggia), visitato ad Aprile 2016: tutto completato nei tempi e buona realizzazione. Peccato però che, a causa di adeguate politiche di valorizzazione urbana, il borgo si affetto da “incuria”, “sporcizia” e “fenomeni di randagismo”.
Un altro esempio: un progetto di innovazione sociale ha realizzato un prototipo che però, per avere un reale impatto, ha bisogno di ulteriori finanziamenti per essere messo sul mercato e avere effetti positivi sulla vita delle persone. Questo è il caso di Energy@Work vicino Brindisi, monitorato nel 2014.


I suggerimenti degli utenti

“E adesso?”. I gruppi di monitoraggio civico, una volta valutati i risultati e l’impatto del progetto, sono chiamati a fornire la componente più preziosa dell’intera attività: idee, suggerimenti, proposte concrete che possano migliorare le cose.

La maggioranza dei suggerimenti degli utenti, che riguarda il 36% dei progetti monitorati, sono suggerimenti puntuali e specifici per il progetto considerato. Possono essere di natura tecnica (es. sui materiali da usare per una ristrutturazione) o di natura procedurale-amministrativa (come migliorare i rapporti tra due istituzioni, o le procedure di verifica per lo sblocco dei pagamenti…). Alcuni suggerimenti, ad esempio, riguardano possibili destinazioni d’uso di beni ristrutturati (ad esempio, quelli confiscati alle mafie), in modo che siano effettivamente utili alle comunità locali.

Altri suggerimenti mettono l’accento sulla necessità di migliorare la comunicazione del progetto (15%). E’ un buon segno. Significa che il progetto, quasi sempre giudicato utile, dovrebbe essere meglio comunicato per garantire una maggiore efficacia. Tra l’altro, questo è un vecchio pallino dei responsabili della comunicazione dei Fondi Strutturali Europei, secondo i quali si parla dei fondi — e quindi, dell’Europa — solo quando c’è da parlar male, mentre le cose buone non vengono comunicate o sono comunicate male. Dello stesso tipo sono i commenti secondo i quali il progetto monitorato dovrebbe continuare o essere ulteriormente sviluppato (6%), ad esempio per trasformare una sperimentazione in una realtà “a regime”.

Infine, alcuni dei commenti (7%) si concentrano sulla necessità di migliorare la governance del progetto. Con questo termine si intendono varie cose: migliorare la collaborazione tra istituzioni per risolvere problemi di natura amministrativa, migliorare il coordinamento tra soggetti pubblici e privati, ma anche includere di più la cittadinanza nelle decisioni sull’uso dei fondi, e in particolare i beneficiari finali degli interventi.


Un nuovo potere

In definitiva questo piccolo viaggio nel monitoraggio civico di Monithon dimostra almeno due cose.

La prima è che usare i dati pubblici per una reale azione di accountability è una gran faticaccia, oltre che un divertimento.  I dati, anche se open, non esauriscono l’universo delle domande per le amministrazioni responsabili, anzi ne sollevano di nuove. La novità è che i fondi che siamo andati ad esplorare hanno raggiunto quella massa critica di trasparenza che permette a chiunque, se è ben organizzato e ha voglia di studiare (eh sì, proprio studiare), di usare le informazioni disponibili come base per ulteriori ricerche. Queste generalmente portano a scoprire qualcosa di utile anche per le stesse amministrazioni, come ad esempio l’impatto dei progetti finanziati sulla vita delle persone.

La seconda è che, acquisiti nuovi strumenti, le comunità locali sono ben disposte a faticare. Lo si vede nello sguardo così adulto dei ragazzi che col monitoraggio civico cominciano a capire in che modo le politiche pubbliche possono migliorare le loro città o garantire più opportunità per il loro futuro. Lo si capisce guardando quelle realtà che ogni giorno si impegnano a perseguire i loro obiettivi civici, e che entrando nel merito di come funzionano i finanziamenti si dotano di nuove armi, acquisiscono nuovo potere, sono più efficaci nel veicolare le loro energie.

Le nostre amministrazioni sono pronte per tutto questo? Quanto sono disposte, a loro volta, a fare la fatica di ascoltare, rendere conto, e agire di conseguenza? Lo vedremo, come si dice, nella prossima puntata. Nel prossimo post si parlerà dell’impatto del monitoraggio civico, cioè di se, e come, i risultati che abbiamo visto sono stati utilizzati e quali cambiamenti hanno generato. Vi racconteremo alcuni casi che conosciamo con l’intento di aprire una bella discussione. Che può iniziare, naturalmente, già da ora.