Dall’ultimo post sui risultati del monitoraggio civico delle politiche pubbliche, la piattaforma monithon.eu si è arricchita di quasi 300 nuovi report di monitoraggio, più del doppio di quanti erano presenti a fine 2016: 300 nuove ricerche incentrate ognuna su un progetto finanziato dalle politiche di coesione in tutta Italia. Questa crescita è un risultato straordinario, che ci rende orgogliosi di contribuire alle sperimentazioni del monitoraggio civico come metodo di uso proattivo degli open data pubblici, di partecipazione civica e accountability delle politiche pubbliche.
Dalla sua creazione, infatti, Monithon si propone come strumento e metodologia di ricerca al servizio di scuole, università, associazioni e comunità locali, in modo quasi sempre volontario e secondo la filosofia dell’hacking civico. Vedi ancora il nostro post dell’anno scorso per capire come nasce Monithon e chi lo porta avanti.
Quest’anno siamo ancora più orgogliosi perché la qualità dei report pubblicati è in costante miglioramento. Le ricerche sviluppate negli ultimi due anni hanno incluso in quasi il 90% dei casi una visita diretta alle sedi dei progetti – un’infrastruttura o il luogo dove viene erogato un servizio finanziato da fondi pubblici – con la raccolta di dati, video, foto e documenti. Sempre negli ultimi 2 anni, oltre il 95% dei gruppi di monitoraggio ha effettuato interviste sul campo: il 76% ha intervistato il soggetto pubblico o privato che ha ricevuto i finanziamenti, il 56% ha intervistato i cittadini della loro comunità locale per valutare l’efficacia del progetto secondo la prospettiva dei beneficiari ultimi delle politiche pubbliche. Il 38% è riuscito a intervistare direttamente i responsabili politici (sindaci, assessori comunali o regionali, presidenti di provincia, etc.). Non solo: la capacità di ricostruire la “storia amministrativa” dei finanziamenti erogati e il dettaglio di questa ricostruzione sono aspetti qualitativi che si possono apprezzare andando a leggere i report di monitoraggio a partire dalla mappa o dall’elenco. Quasi sempre sono disponibili video originali che riportano i contenuti delle interviste e i principali risultati delle ricerche – piccole inchieste di data journalism!
Questi risultati sono principalmente il frutto del lavoro incredibile del team del progetto A Scuola di OpenCoesione (ASOC), che utilizza Monithon nella tappa più importante del suo percorso didattico, chiamata “Esplorare“. Da qui si capisce come i ragazzi siano diventati così bravi a leggere, capire e utilizzare i dati pubblici per chiedere conto alle istituzioni degli investimenti effettuati nel loro quartiere o nella loro città. Solamente nell’ultima edizione 2017-2018, sono stati coinvolti circa 5000 studenti, guidati dall’impegno diretto di 300 docenti in tutta Italia. Quasi l’88% dei report presenti su monithon.eu è il frutto di queste attività di ricerca.
A Scuola di OpenCoesione è in costante crescita anche dal punto di vista della riconoscibilità istituzionale: l’iniziativa OpenCoesione, che finanzia e coordina ASOC presso la Presidenza del Consiglio, negli ultimi anni ha contribuito a far conoscere la pratica del monitoraggio civico presso le amministrazioni regionali, le istituzioni dello Stato e quelle europee.
Non mancano però le sperimentazioni di percorsi simili anche in campo universitario. All’Università di Torino, grazie allo sforzo propulsivo del Centro Europe Direct, ogni anno si effettua un corso specificatamente dedicato alle politiche europee e al monitoraggio civico. I lavori dei team MoniTOcamera (2017) e MoniTOsitadela (2018) parlano da soli, aggiungendosi alle precedenti ricerche già di ottimo livello. A Torino è anche da seguire con attenzione uno spin-off super interessante: Monitorino.
Tra gli impegni più recenti della comunità di Monithon, oltre al supporto alle scuole e alle prime sperimentazioni universitarie – a cui si è recentemente aggiunta l’Università di Pescara con il suo corso di Urbanistica – è fondamentale il contributo alla realizzazione dell’Integrity Pact di Sibari (Calabria), che, grazie ad Action Aid, è entrato nel vivo con le prime scuole di monitoraggio civico rivolte alla cittadinanza locale. E’ un’iniziativa game changer non solo per il Ministero dei Beni Culturali e le comunità territoriali, ma anche per la Commissione Europea, che lo ha recentemente assunto a modello (vedi a pag. 26) per futuri interventi di questo tipo contro la corruzione e a favore della partecipazione civica.
In questo post vi vorremmo trasmettere un po’ dell’entusiasmo, del divertimento e delle scoperte – positive e negative – che hanno accompagnato lo sviluppo dei report di monitoraggio. Si parte, anche in questo caso, dall’analisi dei risultati del monitoraggio civico – quali progetti sono stati analizzati? Quali sono i principali “giudizi” maturati? – per poi passare ai suggerimenti indirizzati ai decisori pubblici.
I finanziamenti pubblici monitorati
Da fine 2016 a maggio 2018 i report di monitoraggio sono passati da 177 a 475: davvero un bel salto! Ciascun report, tranne limitate eccezioni, entra nei dettagli di un progetto scelto inizialmente dal gruppo di monitoraggio a partire dalla lista dei circa 950mila progetti pubblicati su OpenCoesione.gov.it. Grazie agli open data, possiamo collegare i risultati dei monitoraggi alle caratteristiche fondamentali dei progetti monitorati come la dimensione finanziaria, le fonti di finanziamento, i temi di appartenenza.
Scopriamo così che l’ammontare complessivo delle risorse finanziarie dei progetti monitorati supera i 4,5 miliardi di euro, di cui oltre 3 miliardi monitorati nei soli ultimi 2 anni. Oltre la metà dei progetti è finanziato dai cosiddetti “fondi europei”: in questo caso si tratta dei fondi gestiti dalle amministrazioni centrali e regionali per ridurre i divari tra le diverse aree del paese (ecco perché sono molti di più al Sud rispetto al Centro-Nord). Cresce però la quota di progetti monitorati che sono finanziati da risorse che lo Stato mette a disposizione con esattamente gli stessi obiettivi (“fondi nazionali”). In ogni caso, si tratta di finanziamenti che trovano copertura nel bilancio nazionale, in quello europeo o in quelli regionali e locali: insomma i soldi dei contribuenti.
Sempre attraverso i dati aperti di OpenCoesione possiamo classificare i progetti per tema. Inutile dire che le ingenti risorse necessarie per costruire o migliorare le infrastrutture di trasporto si riflettono anche nel campione di progetti monitorati: ai 53 progetti su questo tema corrispondono quasi 3 miliardi di finanziamenti complessivi. Un esempio: l’aeroporto di Crotone, la cui realizzazione è ancora in corso appena conclusa, che costituirebbe un volano fondamentale per l’economia della zona.
Rispetto al nostro ultimo post, il tema più interessante per gli utenti si conferma quello della cultura e del turismo. Si tratta di 141 progetti per un ammontare di 530 milioni – investimenti fondamentali nel nostro paese e su cui le competenze attivabili grazie al monitoraggio civico possono dare un contributo rilevante. Parliamo davvero di una miriade di interventi diversi: dal restauro della Reggia di Caserta al recupero del Teatro Apollo di Lecce (qui in inglese!), dal Convento dei Cappuccini a Grottaglie (Taranto) al Festival del Peperoncino di Diamante in Calabria.
Tra i temi c’è anche una new entry: il sesto tema più monitorato, ad oggi, riguarda l’inclusione sociale. 38 progetti finanziano, ad esempio, il riutilizzo di beni confiscati alla criminalità organizzata a scopi sociali (es. la
realizzazione del Centro Studi sull’Antimafia in Calabria) o lo sviluppo di servizi assistenziali (come la
Casa della Salute a Bosa, Sardegna).
Il giudizio dei gruppi di monitoraggio
Il giudizio dei gruppi di monitoraggio sui progetti pubblici visitati è il punto cruciale delle attività. Complessivamente, negli ultimi due anni il giudizio è rimasto sostanzialmente invariato. La maggior parte dei progetti finanziati (64%) conquista un giudizio positivo. Di questi, oltre due terzi sono già conclusi e ritenuti utili, e i rimanenti sono in corso ma fanno ben sperare.
Alcuni investimenti rappresentano una graditissima sorpresa per le comunità di monitoraggio, che hanno l’occasione di scoprirli e conoscerli meglio. Ad esempio, durante gli ultimi monitoraggi degli anni 2017 e 2018, è molto piaciuta la ristrutturazione del centro storico di Barletta, in Puglia. Secondo il team Ricostruendo la Storia, il progetto “ha portato ad un miglioramento della qualità di vita dei residenti del centro Storico ed ad un discreto aumento dei flussi turistici”. Anche l’impianto fotovoltaico di Montefiascone, vicino a Viterbo, ha portato ricadute positive in termini di “risparmio economico e diminuzione dell’inquinamento nell’ambiente circostante”. Un altro esempio: il museo MArTA di Taranto, che grazie ai finanziamenti pubblici “è riuscito a raggiungere nel 2016 il massimo storico di visitatori”.
Anche i ragazzi del team “Cristallo dello Zingaro” di Trapani, monitorando gli interventi per la sicurezza della riserva naturale dello Zingaro, sono rimasti colpiti: “la prima cosa che rapisce lo sguardo del turista è la bellezza senza eguali del paesaggio”. Risulta “evidente la maestria degli abilissimi operai nel cercare di rendere il tutto il più naturale possibile senza dimenticare la funzione primaria dei lavori, ossia salvaguardare chi cammina, ignaro dei pericoli che il territorio può riservare”.
I progetti con problemi sono invece circa un terzo del totale: l’11% è concluso ma appare inefficace, mentre i rimanenti 21% sono ancora in corso e hanno difficoltà a procedere. Sul 3% dei progetti appena iniziati il giudizio è sospeso. Parliamo tra poco, più in dettaglio, delle difficoltà riscontrate.
E’ interessante ora andare a vedere se il giudizio cambia a seconda della localizzazione geografica. In questo post ci concentriamo sulle 4 regioni dove è maggiore il numero dei report di monitoraggio civico. Queste sono le principali regioni del Mezzogiorno in termini di finanziamenti totali ricevuti dalla politica di coesione europea e nazionale. La Puglia è la regione con il maggior numero di giudizi positivi (68%, di poco superiore alla media nazionale), colorati in verde nell’infografica. La Calabria, all’opposto, presenta maggiori difficoltà: poco più della metà dei progetti sono giudicati negativamente. Colpisce in particolare il dato sui progetti conclusi, su cui si fa più fatica a rimediare. Non si tratta però di un giudizio inappellabile: secondo gli estensori dei report, come vedremo dopo parlando dei suggerimenti, agendo su alcune “condizioni al contorno” anche questi progetti possono riguadagnare in efficacia.
Cosa determina il giudizio negativo? Anche gli ultimi 300 report inclusi in queste elaborazioni confermano tutto sommato le stesse problematiche. A parte i
progetti nemmeno avviati per problemi legati, ad esempio, all’accesso a finanziamenti, autorizzazioni o concessioni, una buona parte degli interventi pubblici (10,9%) si incaglia durante il percorso per
problemi di natura amministrativa.
Il principale problema rilevato, però, si conferma essere il generale ritardo nella realizzazione dei progetti rispetto a quanto pianificato (su OpenCoesione, ad esempio, si possono trovare dati sulle tempistiche previste). Si tratta dell’18,1% del totale dei progetti monitorati. Ad esempio, la costruzione di un centro per le biotecnologie, che dovrebbe essere rapido ad inseguire la frontiera della ricerca scientifica, al tempo della visita di monitoraggio scontava 7 anni di ritardo. In alcuni casi, il finanziamento riguarda uno specifico intervento che, però, non può essere scisso dal contesto in cui si realizza. Così in provincia di Milano la riqualificazione delle zone umide sul fiume Olona è in ritardo di 2 anni “perché la riqualificazione del parco è legata ad altri progetti riguardante il fiume che hanno avuto delle complicazioni burocratiche”.
Non mancano i progetti per cui è difficile districarsi tra finanziamenti diversi, amministrazioni che rispondono solo parzialmente o che non danno diretto accesso alle opere. In alcuni casi, l’impegno degli studenti non è sufficiente per capire: i soldi sono stati spesi? Per fare cosa? Perché ancora “mancano i finanziamenti” a fronte di dati pubblici che dicono che molti ne sono stati già spesi e rendicontati alla Commissione Europea? Qui di seguito i dubbi dei ragazzi nel loro “TG” sul recupero del borgo antico di Senerchia, in Campania.
Ancora più interessante è soffermarsi sulle ultime fasi del monitoraggio degli interventi pubblici: il risultato e l’impatto. E’ in questa fase dove il giudizio dei cittadini rappresenta un’informazione preziosa per le amministrazioni, che purtroppo, con l’eccezione dei progetti più rilevanti, non hanno la capacità di verificare puntualmente l’utilità e l’efficacia di ogni singolo progetto finanziato. Ricordiamo che, solo considerando gli investimenti della politica di coesione dal 2007 al 2015, i progetti finanziati sono quasi 1 milione! I gruppi di monitoraggio civico, però, vengono in aiuto applicando i principi del cosiddetto crowdsourcing, cioè la capacità delle “masse” di cittadini di raccogliere dati puntuali andando a suddividere un lavoro di valutazione di per sé immenso in piccoli compiti affidati a ciascuno (in questo caso, un progetto per gruppo), così come avviene per la redazione collettiva di Wikipedia.
Nel nostro caso, l’analisi dei dati qualitativi raccolti mostra che solo il 3,6% dei progetti esaminati ha un risultato non soddisfacente. E’ un dato in linea con quanto già rilevato nell’ultimo report, ed è relativamente basso. Si tratta dei casi in cui il finanziamento non ha portato una realizzazione adeguata: così sembra, ad esempio, nel caso dell’impianto di depurazione nel comune di Paola (Cosenza), per cui “permangono problemi di smaltimento di fanghi e di gestione dell’impianto stesso”. Così capita anche ad un finanziamento per lo sviluppo di una piattaforma per il social computing dell’Università Milano Bicocca che, per mancanza di altri finanziamenti su cui si faceva conto, non ha potuto realizzare che un prototipo ormai nemmeno più visionabile perché realizzato con tecnologie obsolete. Più grave il caso del Polo Oncologico dell’ospedale Papardo di Messina, purtroppo noto alle cronache, che semplicemente “non esiste”.
Molto più diffusi (10%) sono i casi di progetti realizzato con buoni risultati, ma valutati non efficaci se inseriti nel contesto più ampio in cui sono resi disponibili. Anche se di per sè il progetto ha speso correttamente i fondi assegnati, l’efficacia per i beneficiari finali rimane un parametro fondamentale su cui valutare la buona riuscita delle politiche pubbliche. E’ il caso del Museo Multimediale della Montagna in Sicilia, è rimasto aperto una sola volta “a causa degli elevati costi di gestione e della mancanza di personale”. Tre casi molto simili riguardano altrettanti piani di protezione civile dei Comuni di Marcianise, Palomonte e Casalnuovo di Napoli, che hanno ricevuto finanziamenti per il loro sviluppo ma che non hanno investito nella comunicazione alla popolazione, che, a seguito delle interviste realizzate, non ne conosce nemmeno l’esistenza. Un altro esempio: la riqualificazione di piazza Savignano ad Aversa (Napoli) è perfettamente riuscita, ma, secondo il gruppo di monitoraggio, il progetto “non è riuscito a ottenere quell’inclusione sociale che era invece il vero nodo dell’intervento”.
Qui c’è il video dei bravissimi ragazzi del team FreeDam che ha monitorato la Diga sul Lordo, in Calabria, con le interviste alla cittadinanza e la conferenza stampa con il sindaco, il vescovo e il presidente di un osservatorio ambientale.
Un particolare sottoinsieme di questi ultimi interventi sono quelli giudicati ben realizzati ma inutili in mancanza di interventi complementari, che potrebbero invece rendere effettivo tutto il loro potenziale. La struttura per malati terminali a Oristano è completa ma “non ha ancora gli allacci elettrici e dell’acqua” e “deve ricevere l’accreditamento da parte della ASSL”, perciò inutilizzabile, “una cattedrale nel deserto”. Ancora più evidente il caso del Fortino Sud di Reggio Calabria, la cui riqualificazione ha lasciato i ragazzi “a bocca aperta”. “La struttura è accogliente e curata nei minimi particolari. Il Forte ci appare all’improvviso, dopo l’ultima curva, in tutta la sua ritrovata maestosità e linearità militare”. Peccato che sia impossibile per il pubblico raggiungere il fortino, perché la strada non è percorribile e manca la cartellonistica.
Gli ultimi suggerimenti dei gruppi di monitoraggio
Tra il 2017 e il 2018 la qualità e la varietà delle proposte è sempre maggiore – una vera miniera di buone idee per i decisori locali!
A livello aggregato, le tipologie di suggerimenti seguono un trend che si rafforza di anno in anno.
Una parte dei progetti monitorati (12%) è così utile che il principale suggerimento è di andare avanti e sviluppare ancora di più gli interventi per un impatto sempre maggiore. Grazie al finanziamento pubblico, una parte delle strutture del parco naturalistico “Oasi la Valle” sul lago Trasimeno sono state recuperate: altri edifici del parco però potrebbero essere riadattati per “fungere da laboratori per la formazione dei ragazzi, anche disabili, volta a saper gestire, per esempio, un piccolo orto botanico”. Un altro esempio. Una volta recuperato il Complesso SS. Trinità a Torre del Greco (Napoli) grazie a oltre 4 milioni di finanziamento, si potrebbe realizzare anche “un percorso espositivo virtuale, che ripercorre la storia del territorio i suoi luoghi dell’anima creando un’app apposita che invoglia il visitatore a recarsi sui luoghi reali”. O ancora: dopo aver investito 1,3 milioni per sistemare lo stadio di Barletta, perché non “aumentare il numero delle persone che vogliono avvicinarsi allo sport, anche grazie ai tanti eventi organizzati dalle diverse associazioni sportive che utilizzano abitualmente il campo”?
In altri casi (7%) i gruppi di monitoraggio lamentano problemi di “governance”. Succede quando le amministrazioni “non si parlano tra loro”, e ai problemi burocratici si sommano confilitti politici o mancanza di coordinamento. E’ capitato, putroppo, nel caso del rafforzamento della linea ferroviaria Messina-Palermo e Messina-Siracusa, che vale 28 milioni di finanziamento. Secondo il gruppo di monitoraggio, i lavori sono fermi al 10% della realizzazione complessiva data l’assenza di “chiari gli obiettivi sul piano politico istituzionale”, mentre appare “imprescindibile la creazione di una rete in modo da raccordare le azioni di tutti i soggetti coinvolti”. In altri casi i suggerimenti sono verso la creazione di una governance collaborativa che si apra alla partecipazione attiva della cittadinanza, delle scuole, delle comunità locali. Ad esempio, gli studenti del gruppo “Dream Energy” di Casal di Principe (Caserta) si propongono di elaborare e realizzare “progetti nell’interesse della collettività, con la partecipazione attiva dei cittadini” per valorizzare l’utilissimo Centro di Educazione e Documentazione Ambientale “Pio La Torre”, un baluardo della legalità. Questo grazie al “contatto continuo tra scuole e Istituzioni”.
Rispetto agli anni precedenti, nell’ultimo biennio si confermano numerosi (14%) i suggerimenti per migliorare la comunicazione su quanto di buono fanno gli investimenti pubblici – compresi i fondi europei – per i territori. E’ così per interventi, grandi o piccoli, monitorati negli ultimi due anni. Anche solo la realizzazione di un parcheggio multipiano a Somma Vesuviana (Napoli) può far qualcosa per venire incontro alle esigenze di migliore mobilità, ma occorre “pubblicizzare di più il progetto e incentivare più persone al suo utilizzo”. Per quanto riguarda di Centri Comunali per la Raccolta differenziata a Martina Franca (Taranto), il “team di monitoraggio civico intende fattivamente contribuire all’attuazione del piano di comunicazione previsto per sensibilizzare e comunicare le modalità e l’importanza del nuovo servizio proponendosi per realizzare video divulgativi, partecipare a giornate ecologiche in piazza, movimentare attività ludico-didattiche per i più piccoli, implementare un bot Telegram sui servizi di raccolta differenziata”.
Infine, la maggior parte dei suggerimenti si concentra su indicazioni puntuali riguardanti il singolo progetto: come sbloccare una situazione problematica o come migliorare un aspetto chiave in termini di effiacia. Decine di rapporti di monitoraggio civico hanno suggerimenti puntuali a disposizione delle amministrazioni locali e le imprese che realizzano gli interventi pubblici. Ad esempio, sul progetto per la riqualificazione del Seveso a Sesto San Giovanni (Milano), gli studenti sono convinti che “una soluzione al problema dell’esondazione del Seveso è la realizzazione di una vasca a laminazione però prima che l’acqua entri in una di queste dovrà essere filtrata”. L’ottima ricerca del team Corsari Assetati offre non pochi suggerimenti su come utilizzare le acque reflue prodotte dall’impianto di depurazione Acqua dei Corsari a Palermo: “usi irrigui, lavaggio strade, raffreddamento macchinari, spegnimento incendi, ma anche, semplicemente, per una pulizia periodica delle fognature, onde evitare allagamenti delle strade”. Di questo tipo di suggerimenti se ne è discusso anche il 22 maggio ad un workshop di ForumPA.
Le potenzialità del monitoraggio civico: una valutazione di efficacia dal punto di vista degli utenti
Ma forse la potenzialità più interessante del monitoraggio civico è la capacità di collocare il finanziamento ad un intervento specifico nel contesto più ampio dell’area in cui viene realizzato. E’ possibile così fornire indicazioni precise verso una piena efficacia dell’uso dei fondi pubblici, che comprende non solo gli aspetti di realizzazione di quanto pianificato nei tempi previsti e nel rispetto dei vincoli amministrativi e finanziari, ma anche l’effettiva utilità del progetto per il suo territorio di riferimento.
E’ molto interessante vedere come molti report di monitoraggio, soprattutto negli ultimi due anni, abbiano dato molta importanza alle “condizioni al contorno” che rendono i finanziamenti davvero rispondenti ai bisogni dei cittadini e delle imprese.
E’ così nel caso del Museo Archeologico Nazionale di Locri Epizefiri, “uno dei più importanti siti archeologici del mondo”, che necessita dell’impegno delle istituzioni nazionali, regionali e locali per una sua definitiva valorizzazione, aiutando ad esempio a “migliorare la percorribilità delle strade di collegamento, offrire la disponibilità di mezzi di trasporto più efficaci e di strutture ricettive alberghiere e para alberghiere più accoglienti”. Anche i finanziamenti all’aviosuperficie di Scalea (Cosenza) sono poco efficaci se non sono “migliorati i servizi pubblici della Regione e le infrastrutture alberghiere per gestire al meglio l’ accoglienza dei turisti durante la stagione estiva”.
Lo stesso vale anche per progetti ben più circoscritti, come l’ampliamento della zona ZTL ad Aversa (Caserta), inutile senza la “presenza di vigili urbani nei pressi dei punti di varco e il funzionamento costante delle telecamere” o di “un sistema di geo localizzazione delle biciclette, per prevenirne il furto”.
Insomma, le potenzialità del monitoraggio civico delle politiche pubbliche iniziano ad essere evidenti. Partite come un gioco nel 2013, strutturate come metodo nel 2014 e innestate, negli anni successivi, in veri e propri “corsi per cittadini di domani” nelle scuole, nelle università e tra le comunità civiche, le sperimentazioni si sono fatte via via più numerose e utili. I progetti monitorati, ancora lontani da rappresentare un qualsivoglia campione statisticamente significativo, sono stati oggetto di ricerche approfondite, che hanno portato a generare nuovi dati e informazioni e, in molti casi, anche “buone idee“. Alle amministrazioni il compito di saperne trarre il meglio!