Monithon e iMonitor: l’esperienza italiana nel monitoraggio civico europeo
Il 27 marzo 2025, Luigi Reggi e Giulia Renzi di Monithon hanno presentato i risultati in Italia occasione della conferenza finale del progetto europeo iMonitor, tenutasi a Bruxelles. L’incontro ha segnato la conclusione del progetto iMonitor, un’iniziativa biennale che ha unito l’analisi dei dati sugli appalti pubblici con il monitoraggio civico in quattro paesi: Italia, Lituania, Romania e Spagna (Catalogna).
La conferenza è stata non solo un momento per condividere risultati ed esperienze tra i partner del progetto, ma anche il punto di partenza per iMonitor 2.0, che partirà nel maggio 2025 con una portata geografica più ampia e nuove priorità tematiche – in particolare gli investimenti legati al clima e alle infrastrutture.
In questo post raccontiamo più da vicino il contributo di Monithon al progetto in Italia, insieme a una panoramica delle esperienze degli altri paesi partner e delle riflessioni emerse durante l’iniziativa.
iMonitor
iMonitor 1.0 è un progetto europeo biennale che ha combinato analisi dei dati e monitoraggio civico per migliorare la trasparenza negli appalti pubblici in quattro paesi: Italia, Lituania, Romania e Spagna (Catalogna).
Il progetto si basa su un approccio in tre fasi – Seleziona, Monitora, Riporta – che ha permesso ai monitor civici di analizzare appalti ad alto rischio identificati tramite la piattaforma OpenTender.eu. Il percorso è stato accompagnato da sessioni formative, strumenti per le visite di monitoraggio e un template online per la redazione dei report, condivisi con autorità competenti in caso di irregolarità.
Risultati principali:
- 96 contratti monitorati
- 120 monitor civici attivi, supportati da 27 organizzazioni
- Un programma formativo strutturato in 2 moduli
- Nuovi indicatori di rischio integrati nei sistemi di analisi dei dati
L’evento finale non è stato soltanto un’occasione per presentare i risultati, ma anche un momento di dialogo. Con il discorso inaugurale di Nicolae Ştefănuță, vicepresidente del Parlamento Europeo, e gli interventi del Government Transparency Institute e dei partner nazionali, si è creata l’occasione per riflettere sui traguardi raggiunti e su ciò che ci aspetta con iMonitor 2.0, una nuova fase che promette una maggiore estensione geografica e ulteriori innovazioni.
🇮🇹 L’approccio di Monithon al monitoraggio degli appalti pubblici
Monithon ha coordinato l’attività in Italia con un obiettivo preciso: coinvolgere le comunità locali nell’utilizzo dei dati aperti per monitorare interventi pubblici concreti – non in chiave conflittuale, ma attraverso il dialogo e la collaborazione con le istituzioni.
Il lavoro è iniziato con la selezione dei contratti da monitorare, basata su indicatori di rischio di corruzione disponibili su OpenTender. Tuttavia, ciò che ha reso l’approccio efficace è stato il legame diretto tra gli investimenti scelti e la vita delle comunità coinvolte. I partecipanti hanno infatti potuto scegliere interventi rilevanti per il proprio territorio – scuole, ospedali, progetti di riqualificazione urbana – spesso finanziati da fondi europei o nazionali.
Grazie alla disponibilità dei dati aperti di ANAC, è stato possibile collegare ogni CUP (Codice Unico di Progetto) al relativo CIG (Codice Identificativo di Gara), tracciando l’intero ciclo di vita degli investimenti pubblici.
Durante l’anno abbiamo contattato oltre 80 realtà tra associazioni, gruppi informali e singoli cittadini. Tredici di questi hanno completato l’intero percorso, partecipando alle formazioni, selezionando i contratti, svolgendo visite di monitoraggio e pubblicando i loro report. Alcuni erano già attivi nel civismo. Altri, hanno risposto a una call lanciata da Monithon sui social media. La maggior parte non aveva mai fatto nulla di simile, ma insieme abbiamo costruito qualcosa di importante:
- 16 report di monitoraggio pubblicati
- 8 report con criticità emerse (ritardi, mancanza di trasparenza)
- 2 casi potenzialmente gravi ora in fase di approfondimento
Una storia dal campo: riqualificazione urbana e ricci a Torino
Durante la presentazione nazionale, la volontaria di Monithon Giulia Renzi ha raccontato un caso emblematico legato a un progetto di riqualificazione urbana a Torino. Monitorando i ritardi nei lavori, ha inviato una richiesta di accesso agli atti al Comune, ricevendo una risposta chiara: tra le cause del ritardo, la presenza di una colonia di ricci, specie protetta, che ha richiesto il trasferimento prima di proseguire i lavori.
Questo esempio, oltre a essere curioso, ha mostrato il valore del monitoraggio come strumento di comprensione reciproca: se i cittadini fanno domande e le istituzioni rispondono con trasparenza, si crea un dialogo virtuoso e collaborativo. End of the story: ora i ricci sono stati trasferiti e stanno bene 😉
🇷🇴 Romania: dal monitoraggio civico ai segnali di corruzione e alle dichiarazioni patrimoniali
In Romania, il progetto è stato coordinato dalla Romanian Academic Society (SAR), con un approccio che ha coinvolto giovani monitori civici alla prima esperienza in dieci contee e a Bucarest. Dei 36 volontari iniziali, 15 hanno partecipato attivamente fino alla fine del progetto.
I monitors hanno analizzato 26 contratti pubblici, presentato 11 report completi e svolto 10 visite in loco. Un caso particolarmente rilevante ha riguardato un sistema di monitoraggio del traffico, segnalato da un volontario per presunte irregolarità. Il caso ha poi portato all’apertura di un’indagine per corruzione, dimostrando il valore preventivo del monitoraggio civico quando supportato da istituzioni attente.
Parallelamente, in Romania è stato condotto anche un monitoraggio delle dichiarazioni patrimoniali dei sindaci. I volontari hanno raccolto e sistematizzato 1.145 dichiarazioni da tutto il paese. Un’analisi degli outlier è attualmente in corso per identificare eventuali anomalie.
Questo doppio approccio ha mostrato come i cittadini possano contribuire concretamente alla trasparenza sia negli appalti pubblici sia nella vita politica locale.
🇪🇸 Catalogna: coinvolgimento locale e collaborazione istituzionale
In Spagna, nella regione della Catalonia, il progetto iMonitor è stato guidato da COLPIS, con un forte accento sul coinvolgimento civico a livello locale, in collaborazione con l’Ufficio Antifrode della Catalogna (OAC). Sono stati formati oltre 40 partecipanti attraverso sessioni in presenza e online. In totale, 31 monitor civici hanno analizzato 38 contratti a livello locale, regionale e statale.
La selezione dei contratti si è basata sugli indicatori di rischio forniti da OpenTender e sui segnali di allerta condivisi dall’OAC. Nonostante alcune difficoltà nell’accesso ai dati di esecuzione dei contratti, sei casi hanno rivelato irregolarità e cinque report sono stati trasmessi agli organi competenti. I partecipanti provenivano da contesti diversi – studenti, funzionari pubblici e attivisti di quartiere – a dimostrazione del fatto che il monitoraggio civico può coinvolgere una vasta gamma di cittadini, soprattutto se sostenuto da istituzioni credibili e programmi formativi mirati.
🇱🇹 Lituania: dalla didattica universitaria al monitoraggio sul campo
In Lituania, Transparency International Lithuania (TILS) ha realizzato il progetto in collaborazione con l’Università Mykolas Romeris, integrando il monitoraggio civico nei corsi universitari. Oltre 60 studenti dei corsi di giurisprudenza e amministrazione pubblica sono stati formati per analizzare appalti a rischio utilizzando la piattaforma OpenTender e strumenti per il lavoro sul campo.
Sono stati monitorati 21 appalti pubblici in diversi settori, tra cui forniture di veicoli, IT e manutenzione ambientale. Nonostante alcune difficoltà nel reperire informazioni su partecipanti e titolari delle imprese, l’esperienza ha avuto un forte impatto educativo. Molti studenti hanno dichiarato di sentirsi più competenti nel riconoscere i rischi di corruzione e hanno utilizzato richieste FOIA per ottenere documentazione aggiuntiva. Il progetto ha dimostrato come le università possano diventare luoghi strategici per la diffusione del monitoraggio civico, unendo alfabetizzazione sui dati e impegno civico reale.
Dati, democrazia e partecipazione civica
L’iniziativa iMonitor non è stata solo un’occasione per condividere buone pratiche, ma anche per riflettere più a fondo sul ruolo della società civile e delle istituzioni nella difesa della democrazia e della trasparenza nella spesa pubblica.
L’evento si è aperto con i saluti di Jeroen Blomsma (DG JUST) e Mihály Fazekas (Government Transparency Institute), che hanno sottolineato l’importanza del progetto iMonitor nel quadro delle politiche europee anticorruzione. Blomsma ha ricordato come gli appalti pubblici siano tra i settori più vulnerabili alla corruzione secondo una recente analisi della Commissione europea, con un costo stimato di almeno 180 miliardi di euro all’anno. Ha inoltre evidenziato la crescente attenzione delle istituzioni UE verso strumenti tecnologici e analisi dei dati per guidare l’azione pubblica in questo ambito, valorizzando il ruolo della collaborazione tra autorità pubbliche e società civile. Ha infine annunciato che una nuova Strategia UE anticorruzione sarà presentata nel 2026, potenzialmente offrendo nuove opportunità per iniziative come iMonitor.
Nicolae Ștefănuță, Vicepresidente del Parlamento Europeo, ha aperto i lavori con un intervento incisivo a favore di iniziative civiche come iMonitor. Ha espresso preoccupazione per un’ondata globale che minaccia i valori democratici fondamentali, inclusa la trasparenza della spesa pubblica. Secondo Ștefănuță, “la difesa della democrazia è parte integrante della difesa”, e per questo ha invocato maggiori investimenti nel giornalismo investigativo e nel rafforzamento della società civile, incoraggiando un dialogo attivo con istituzioni europee come la Procura Europea e OLAF.
Nel panel dedicato a dati aperti e coinvolgimento civico:
- Angelos Binis (SG REFORM) ha condiviso lezioni apprese da progetti in Grecia su bilanci partecipativi e piattaforme civiche. Ha sottolineato che l’efficacia del monitoraggio dipende dall’impegno reale della società civile e dalla disponibilità delle autorità pubbliche a rispondere.
- Antonio Greco (Transparency International) ha illustrato il modello degli Integrity Pact, testato anche in Italia. A differenza di iMonitor, l’approccio prevede un monitoraggio preventivo da parte di esperti e si applica ad appalti ad alto valore. I due approcci sono complementari: uno più tecnico e preventivo, l’altro più diffuso e partecipato.
- Benedetta Biancardi (ANAC) ha sottolineato l’importanza di un dialogo strutturato tra istituzioni e cittadini, evidenziando quattro condizioni per un monitoraggio civico efficace: (1) quadri normativi chiari, (2) fondi adeguati, (3) formazione congiunta, (4) valorizzazione delle buone pratiche. Biancardi ha inoltre evidenziato il ruolo guida svolto da ANAC nell’attuazione degli impegni italiani per l’Open Government Partnership, soprattutto nel rendere i dati sugli appalti pubblici accessibili e facilmente utilizzabili. Le sue parole hanno richiamato uno degli insegnamenti principali dell’esperienza italiana di iMonitor: i dati diventano davvero utili soltanto quando sono accompagnati da dialogo, competenze e relazioni umane.
Cosa abbiamo imparato (e cosa ha funzionato)
L’esperienza di iMonitor ha confermato che la motivazione civica non nasce solo da strumenti digitali, ma da supporto umano, fiducia e condivisione degli obiettivi.
Ecco cosa ha funzionato in Italia:
- Tutoraggio costante via telefono e chat
- Visite sul campo da parte del team Monithon che hanno rafforzato il senso di comunità
- Supporto legale durante tutte le fasi del monitoraggio
- Riconoscimenti come open badges e un evento finale nazionale (prossimo weekend a Napoli)
- Piccoli stimoli creativi – come la “Sfida Selfie con il RUP” – per rendere il percorso più coinvolgente.
La lezione principale? Quando le persone si sentono parte di qualcosa, danno il meglio.
Prossimi passi
Con la conclusione del primo ciclo di iMonitor, si apre una nuova fase. In Italia, sei gruppi tra cittadini e comunità coinvolte hanno espresso l’intenzione di proseguire con il monitoraggio. Altri sono interessati a replicare il metodo o insegnarlo ad altri.
I semi di una comunità di pratica sono stati piantati. E se iMonitor 2.0 saprà valorizzare questo patrimonio, offrendo ai cittadini ancora più spazio per agire, vedremo un cambiamento reale nel modo in cui viene controllata la spesa pubblica in Europa.
Per Monithon, questo progetto ha confermato ciò che crediamo da sempre: i dati aperti diventano davvero potenti solo quando vengono utilizzati da persone che si prendono cura della cosa pubblica. Il monitoraggio civico non serve a “cogliere in fallo” qualcuno, ma a migliorare insieme la qualità degli investimenti pubblici.
Siamo orgogliosi dei risultati ottenuti in Italia – non solo per i report pubblicati, ma per la rete di cittadini che abbiamo contribuito a far nascere.