Il patrimonio culturale ha senza dubbio un potenziale nello sviluppo e nella crescita economica dei territori, non solo per la creazione di nuovi spazi occupazionali e la valorizzazione di aree emarginate, ma anche per il miglioramento del capitale sociale innescato dalla crescita culturale delle comunità locali, dal recupero delle identità territoriali e dalla cooperazione per incentivare iniziative territoriali. Il caso del Mezzogiorno, tuttavia, dimostra che la presenza del patrimonio culturale, da solo, non è sufficiente a generare sviluppo e crescita economica: basta esaminare i dati diffusi dall’ENIT (Agenzia Nazionale per il turismo) sugli arrivi internazionali per il periodo 2012-2013.
L’Italia si colloca al 5° posto della classifica, ma su oltre 180 mln di visitatori stranieri, oltre il 60% (100 mln circa) sono concentrati in sole quattro regioni: Veneto, Lombardia, Lazio e Toscana, nonostante una pari qualità e quantità del patrimonio culturale del Mezzogiorno rispetto a queste regioni. Con lo scopo di attuarne il potenziale nelle regioni dell’Obiettivo Convergenza, il MiBACT, insieme al DPS e ad Invitalia, ha avviato nel 2008 il progetto pilota Mumex, Poli Museali di Eccellenza nel Mezzogiorno (che dovrebbe concludersi in questo Dicembre 2014).
Il suo obiettivo è quello di potenziare l’offerta di parte del patrimonio culturale e museale del Mezzogiorno e contribuire alla crescita economica e sociale.
L’offerta culturale in Italia risulta generalmente poco competitiva: nessun museo italiano è nelle top ten dei musei più visitati al mondo per alcuna tipologia. Unica eccezione: i Musei Vaticani, che si trovano però all’interno della Città del Vaticano (quindi propriamente in un altro stato).
Gli interventi finanziati per il progetto Mumex dovrebbero facilitare l’attivazione di un circuito virtuoso di “tutela-conservazione-valorizzazione-sviluppo”. Per la sua attuazione sono stati selezionati una serie di interventi da realizzare, ritenuti utili per migliorare lo standard qualitativo dell’offerta culturale, eventualmente replicabili in tutti i musei italiani, qualora risulteranno aver avuto un impatto positivo. Per la scelta dei Poli Museali che avrebbero partecipato al progetto pilota è stata realizzato uno studio preliminare del sistema di offerta culturale, utile punto di partenza per una valutazione a posteriori dell’efficacia del progetto. La maggior parte degli interventi sono stati di natura “infrastrutturale” diretti alle strutture museali o di ripristino e conservazione del patrimonio culturale (riapertura sale chiuse, adeguamento degli impianti, integrazione delle attrezzature ed impianti di accoglienza, interventi di restauro etc), quindi “più facilmente monitorabili”: pochi gli interventi di promozione e valorizzazione (rispetto ai quali i primi risultano tuttavia funzionali e complementari).
Qualche numero sugli afflussi nei musei italiani
Nella top ten dei musei d’Arte più visitati nel 2013, secondo i dati forniti dall’Art Newspapernell’Aprile 2014, come già scritto ci sono solo i Musei Vaticani. Qui l’elenco completo dei primi 100 classificati: il primo museo italiano è la Galleria degli Uffizi, al venticinquesimo posto.
| Museo | Luogo | Numero di visitatori annui |
1 | Louvre | Parigi, Francia | 9,334,435 |
2 | British Museum | Londra, Regno Unito | 6,701,036 |
3 | Metropolitan Museum of Art | New York, Stati Uniti | 6,226,727 |
4 | National Gallery | Londra, Regno Unito | 6,031,574 |
5 | Musei Vaticani | Città del Vaticano, Roma | 5,978,804 |
6 | Tate Modern | Londra, Regno Unito | 4,884,939 |
7 | National Palace Museum | Taipei, Taiwan | 4,500,278 |
8 | National Gallery of Art | Washington, D.C., Stati Uniti | 4,093,070 |
9 | Musée National d’Art Moderne | Parigi, Francia | 3,745,000 |
10 | Musée d’Orsay | Parigi, Francia | 3,500,000 |
Se si allarga la ricerca a tutti i musei (non solo quelli d’Arte dunque), la situazione peggiora. La figura di seguito riporta una infografica elaborata dall’Economist a partire da dati estrapolati dal report annuale 2013 sui numeri di visitatori in parchi tematici e musei curato da AECOM(Architecture, Engineering, Construction, Operations and Management) e TEA (Themed Entertainment Association). I Musei Vaticani scivolano in ottava posizione (quarta però per la classifica europea). Al primo posto ancora una volta il Louvre con i suoi oltre 9 milioni di visitatori l’anno (una curiosità: Magic Kingdom, il primo parco tematico costruito all’interno del Walt Disney World in Florida, raggiunge il doppio dei visitatori annui del Louvre: l’attrattività di Mickey Mouse è irraggiungibile!)
I Poli Museali di Eccellenza a Napoli
Il progetto ha selezionato 21 candidature a Polo Museale (come potete vedere nell’immagine di copertina). Per ciascuno dei Poli la cui candidatura è stata ammessa, sono stati progettati diversi interventi (qui sono descritte le prime progettazioni avviate), finanziati dal CIPE o a valere sulle risorse del POIn Attrattori culturali, naturali e turismo, lo stesso programma operativo nell’ambito del quale è stato finanziato il Grande Progetto Pompei.
Alcuni degli interventi del progetto Mumex ricadono nella stessa area vesuviana e sono -in una certa misura- correlati tra loro ed a Pompei stessa, dal momento che gli interventi andrebbero letti come integrati e finalizzati alla costruzione di un sistema attrattivo anche all’esterno dei singoli Poli Museali, attraverso la riqualificazione del contesto locale e dell’offerta culturale territoriale ed il miglioramento delle condizioni di accessibilità ai siti.
Non basta restaurare il patrimonio, assicurarne la tutela, allestire i musei con tecniche innovative o incentivare la fruizione. Il caso del sito e del museo dell’area archeologica di Paestum è esemplificativo, essendo poco collegata e poco visitata, nonostante la qualità e quantità dei monumenti e dei reperti esposti. Nuovi investimenti sono stati promessi a valere sui Fondi Strutturali a titolarità Mibact 2014-2020: riqualificazione del museo e treni ad alta panoramicità (qui un’articolo sulle dichiarazioni del ministro D. Franceschini rilasciate a Napoli in apertura del Forum Europeo del Turismo dello scorso Ottobre)
Quattro tra i progetti finanziati nell’ambito del Mumex sono relativi a Poli Museali della città di Napoli.
Uno è relativo al MANN (Museo Archeologico Nazionale di Napoli), che accoglie -tra l’altro- collezioni provenienti da Ercolano, Pompei e Stabia.
Nella scheda sul MANN sul sito del Mumex si esplicitano gli obiettivi generali delle progettazioni che sono state avviate:
I principali interventi progettati per il MANN riguardano opere di natura strutturale e di valorizzazione degli spazi espositivi e tendono ad esaltare l’eccezionalità del patrimonio archeologico oltre che a recuperare la funzionalità della struttura.
Di seguito le tre schede di OpenCoesione relative agli interventi progettati:
Le altre tre candidature “napoletane” a Poli Museali di Eccellenza sono:
Per quanto riguarda Napoli Capodimonte, leggendo la scheda relativa sul sito Mumex e facendo una ricerca su OpenCoesione, si trovano una serie di progettazioni coerenti con gli obiettivi esplicitati: (…) la definitiva apertura del Museo anche nelle ore pomeridiane e serali, la necessità di valorizzare le aree dei giardini verso il belvedere orientale e quello meridionale (luogo di esclusive letture del paesaggio urbano e dell’intero Golfo di Napoli), la possibile integrazione con la più ampia area del parco monumentale attribuiscono alle opere un significativo valore strategico.
In ogni caso andrebbe verificata la pertinenza al progetto Mumex:
Per quanto riguarda Cuore di Napoli e Palazzo Reale, alcuni progetti relativi rintracciati sul portale OpenCoesione sono:
Mumex ha migliorato l’offerta culturale nel Mezzogiorno? I risultati dello studio preliminare di offerta culturale
La valutazione ex ante ha prodotto nel 2010 una analisi della competitività dell’offerta museale del Mezzogiorno e benchmark per la valutazione delle 21 candidature a Polo Museale di eccellenza, i cui risultati sono liberamente consultabili e scaricabili qui.
L’analisi di scenario e delle tipologie museali rileva che il patrimonio culturale del Mezzogiorno concentra al suo interno quasi la metà di tutto il patrimonio archeologico. In Italia, e nel Mezzogiorno in particolare, l’offerta museale è arricchita dalla possibilità di apprezzare anche il territorio in cui sono nati i beni culturali esposti. Si tratta di un rapporto di immediatezza fisica: uscendo dai tanti musei archeologici è quasi sempre visitabile, a poca distanza o addirittura intorno al museo, il sito archeologico da cui i reperti esposti nel museo provengono. Questo è un vantaggio competitivo proprio di pochi paesi al mondo e certamente non replicabile.
L’analisi di benchmarking ha permesso di individuare gli scostamenti tra l’offerta dei musei nel Mezzogiorno e quella di alcuni importanti musei di paragone italiani ed esteri, individuando infine alcune buone pratiche adottate con riferimento a funzioni ritenute strategiche ai fini di una loro eventuale replicabilità per i musei del Mezzogiorno (servizi di accoglienza, didattica, edutainment, mostre ed esposizioni, marketing e comunicazione, formazione del personale, fundraising e modelli di gestione).
L’analisi di benchmark sulla comunicazione museale si articola in otto schede compilate per ciascuno dei poli museali candidati:
- anagrafica
- sito
- elementi di museografia e museologia
- analisi e studio degli elementi che contribuiscono alla comunicazione museale
- servizi per l’utenza
- rapporti con il territorio e con le comunità che vi risiedono
- elementi di mito
- analisi della domanda
Sarebbe interessante provare a aggiornare i dati qui forniti a quasi un lustro di distanza per capire se ci sono dei miglioramenti misurabili nei vari parametri utilizzati nelle 8 schede ed altri spunti interessanti potrebbero giungere dall’incrocio con altri dati.
Relativamente alla scheda 4, ad esempio, sarebbe interessante rapportare quei dati a quanto riportato da Museum Analytics, piattaforma web creata dal collettivo tedesco INTK che rielabora i dati statistici raccolti a livello globale dal Walker Art Center di Minneapolis, che da tempo ha avviato un sistema di censimento delle attività di promozione e comunicazione dei diversi musei.
Museums Analytics stila sulla presenza on-line delle principali collezioni pubbliche e private al mondo. Valutando il traffico dei rispettivi siti web, monitorando soprattutto la vitalità dei vari profili sui social network (Facebook, Twitter) Nella top 100 il primo museo italiano che si incontra dopo moltissime posizioni è il MAXXI (Museo Nazionale delle Arti del XXI secolo).