Mobilità sostenibile, monitoraggio civico e dialogo con le amministrazioni: un racconto da Catania

In un’ottica di un maggiore coinvolgimento del cittadino alla programmazione e progettazione degli interventi locali, appaiono sempre più utili e necessarie attività quale quella del monitoraggio civico, da intendere, da un lato, quale strumento di partecipazione attiva e di valutazione dell’efficacia dei progetti finanziati, dall’altro, quale mezzo attraverso cui sviluppare nel cittadino quel senso di appartenenza al territorio.

Far parte di una comunità significa parteciparvi. Ogni consiglio o suggerimento presentato dal singolo cittadino, sia esso uno studente o un professionista, può contribuire ad un progressivo sviluppo della società.  

Così, a conclusione del nostro percorso di studi in materia ambientale, spinte dall’attenzione per la materia e dalla curiosità per gli interventi locali finanziati da fondi europei, abbiamo deciso di intraprendere noi stesse un percorso di monitoraggio civico.

In particolare, nella scelta del progetto, abbiamo considerato l’importanza di incentivare forme di mobilità alternative all’automobile e maggiormente sostenibili, in grado di ridurre le emissioni di CO2 e migliorare la qualità dell’aria. 

La scelta è fin da subito ricaduta sul progetto “Parco urbano nel quartiere di Librino – pista ciclabile”, realizzato in un quartiere periferico a sud di Catania, dal potenziale enorme, ma, come spesso accade per le periferie delle città, “dimenticato” dall’amministrazione e talvolta dai catanesi stessi. 

L’attività si è svolta in particolare nel periodo compreso tra i mesi di luglio ed ottobre 2021; ad una prima fase, relativa allo studio e all’analisi dei dati relativi ai finanziamenti europei e nazionali predisposti per la realizzazione della pista, hanno fatto seguito i primi sopralluoghi, allo scopo di scoprire l’attuale stato della pista e per confrontarci con le realtà attive sul territorio circostante. 

L’intenzione era dunque quella di indagare l’effettivo utilizzo delle risorse europee stanziate, verificando in che modo la realizzazione della pista ciclabile possa non solo assicurare il raggiungimento degli standard europei ed internazionali in materia di mobilità sostenibile, ma anche contribuire ad una rigenerazione sociale, in termini di riappropriazione degli spazi e del proprio territorio da parte del cittadino.

Dunque, non solo una semplice analisi relativa alla completa realizzazione dell’opera, ma anche un’analisi sociale legata al territorio considerato, così da scoprirne l’evoluzione, i rapporti con le amministrazioni e le sue problematiche e sfide sociali.

È così emersa, da un lato, la necessità di garantire un maggiore coinvolgimento della popolazione, sia in fase di programmazione che di realizzazione del progetto, anche nel senso di una maggiore attività di sensibilizzazione in materia ambientale da parte dell’amministrazione sul territorio, dall’altro, la necessità di una maggiore attenzione da parte delle autorità pubbliche in termini, soprattutto, di successiva manutenzione e monitoraggio dei progetti realizzati. 

La successiva fase delle interviste è stata a tal proposito estremamente formativa ed in grado di chiarire dubbi, permettendo altresì di acquisire informazioni che i sopralluoghi non sempre permettono di rilevare. 

Grazie all’associazione i Briganti Rugby di Librino, abbiamo scoperto le prime problematiche legate agli atti di vandalismo della pista, le dinamiche sociali del territorio ma anche, con positiva sorpresa, la realizzazione di ulteriori interventi volti a rivalutare il quartiere. La loro prospettiva è in linea con quella dell’architetto Sabrina Zappalà, progettista dell’opera, la quale ha sottolineato le potenzialità del quartiere ma anche le problematiche sociali che spesso frenano gli interventi sul territorio. Infine, il confronto con l’ingegnere Fabio Finocchiaro, Direttore della Direzione Politiche comunitarie e fondi strutturali – Politiche Energetiche – Sport del Comune di Catania, poi proseguito il 26 novembre 2021, in occasione dell’evento online “La buona (s)onda: sfide e prospettive del monitoraggio civico dei fondi europei per l’ambiente”, è stato essenziale al fine di sottoporre a chi si occupa degli interventi programmati la presenza delle criticità riscontrate durante il monitoraggio del progetto e le difficoltà legate al territorio, ovvero i punti di forza e debolezza dell’intervento stesso, avviando così un dialogo fruttuoso ed attento.

È stato sicuramente positivo l’aver avuto più di un confronto con l’amministrazione locale e pensiamo complessivamente di poterci ritenere fortunate, perché è indispensabile che le pubbliche amministrazioni si mostrino aperte al dialogo con i cittadini! 

Speriamo anche che i nostri suggerimenti vengano presi in considerazione e che in futuro vi sia un sempre maggiore coinvolgimento della popolazione, in tutte le fasi relative al progetto da realizzare.

Il dialogo è del resto il primo di numerosi passi, essenziale per evitare che i progetti, anche quando validamente realizzati, si trasformino in una cattedrale nel deserto. 

E se tutti i progetti realizzati fossero poi monitorati, non sarebbe più facile permetterne il miglioramento ed in alcuni casi persino il semplice utilizzo?

 

Leggi il report di monitoraggio completo 

 

Marina Caruso

Classe ’93, giurista con la passione per la materia ambientale, tanto complessa quanto affascinante. Da poco specializzata in diritto dell’ambiente e gestione del territorio.

Gemma Halliday

Classe ’92, cittadina inglese ed italiana, affascinata e profondamente legata alla Sicilia. Giurista che si muove in diversi ambiti di studio del diritto e dei suoi possibili futuri sviluppi. Appassionata di diritto internazionale e di tematiche ambientali, di recente specializzata in diritto dell’ambiente e gestione del territorio

 

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