Come organizzare un’operazione di monitoraggio civico: una ricerca sull’Ilva di Taranto
Ambiente, riqualificazione territoriale e inclusione sociale: quanti interventi possono essere riconducibili alla complessa vicenda dell’ILVA di Taranto? A partire dai dati aperti disponibili su Open Coesione è possibile adottare uno di questi progetti, seguirne l’andamento e valutare l’impatto reale sul territorio, attraverso l’osservazione diretta sul campo.
Questo post è un esempio di come avviare un’indagine di questo tipo e può costituire un buon punto di partenza per le associazioni locali per recarsi fisicamente sul posto e toccare con mano lo stato delle cose.Prendiamo in considerazione 2 comuni, in relazione alla loro vicinanza con gli stabilimenti Ilva: Taranto e Statte. Per semplificare la consultazione, abbiamo scaricato dal portale i dati in formato csv per evidenziare i finanziamenti erogati per l’ambiente nelle due città rispetto agli altri temi toccati dalle risorse della politica di coesione.L’ambiente rappresenta il terzo tema per ammontare di finanziamenti, per la maggior parte provenienti da delibere del CIPE che utilizzano il Fondo di Sviluppo e Coesione.Nella mappa, i pallini rappresentano i vari progetti finanziati. Le tinte più scure corrispondono alle aree con maggior concentrazione. Poiché su OpenCoesione non sono disponibili tutti gli indirizzi degli interventi, è stato possibile geolocalizzare solo un terzo dei progetti. Basta cliccare sui pallini per reperire maggiori informazioni su ciascun progetto: titolo, tema, ammontare del finanziamento e link alla scheda di OpenCoesione. La maggior parte dei progetti si concentra nel centro città. Alcuni progetti sono localizzati nei quartieri “a rischio” di Taranto: Tamburi (area verde), Paolo VI (area azzurra) e aree più prossime allo stabilimento dell’ILVA (area viola scuro).
Nello specifico scopriamo che, per i 2 comuni considerati, ci sono 12 progetti con tema Ambiente: 7 a Taranto, 5 a Statte.
Uno studio più approfondito dei progetti ci ha permesso di individuare quelli collegati in qualche misura all’ILVA. Alcuni di questi sono previsti dall’Atto di intesa del 26 luglio 2012, sottoscritto da Governo, Regione Puglia, Comune e Provincia di Taranto. L’atto prevede interventi per l’Area Portuale, bonifiche, rilancio industriale e Smart City. La realizzazione del Protocollo è stata affidata a due Commissari: l’Autorità Portuale di Taranto ed il Commissario per le Bonifiche (Comunicato stampa della Regione Puglia ed articolo del Sole 24 Ore).
Le zone interessate dalle bonifiche sono Rione Tamburi, area industriale di Statte e Mare Piccolo. In particolare, i progetti previsti dall’Atto di intesa sono:- bonifica di cinque scuole del rione Tamburi (Deledda, De Carolis, Gabelli, Vico e Giusti): avrebbe già dovuto concludersi prima dell’inizio dell’anno scolastico, ma c’è stato uno slittamento all’inizio del 2014;
- bonifica del Mare Piccolo: attualmente è ancora in corso lo studio dell’Arpa Puglia, che valuterá sostanze inquinanti ed andamento delle correnti marine. L’analisi dell’ARPA dovrà stabilire la metodologia più appropriata e quali altre sorgenti inquinanti, dopo la chiusura degli scarichi di fogna, sono ancora attive. Nel 2005, poiché non era stata definita una chiara strategia d’intervento, sono stati persi 25 milioni di euro inizialmente destinati alla bonifica di 170 ettari del Mare Piccolo. Il finanziamento venne dirottato dalla Regione Puglia all’area marittima del Comune di Manfredonia;
- bonifica dell’area industriale di Statte: dal comunicato stampa della Regione apprendiamo che sono appena iniziati i “carotaggi per i saggi del terreno (…) a ridosso dell’area industriale, che permetteranno le opportune valutazioni tecniche ed una più puntuale progettazione degli interventi si bonifica;
- bonifica dell’ex sito Matra, già conclusa e ricordata nel rapporto Arpa sulle aree SIN – siti d’interesse nazionale – in Puglia
- la Casa Famiglia per persone con problematica psicosociali;
- il progetto “Ossigenarsi a Taranto – La nuova drammaturgia racconta Taranto”, promosso dalla compagnia Crest nel teatro Tatà (nel quartiere Tamburi) all’interno del progetto “Innovazione delle rete delle residenze teatrali”;
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